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Una drag queen per reclutare soldati sui social: l’ideona della Marina Usa

by Cristina Gauri
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drag queen marina

Roma, 4 mag — Contrordine, soldati, la Marina degli Stati Uniti non è più alla ricerca di prestanti, valorosi militari, pronti a sacrificarsi per la patria, fedeli ai principi della Costituzione e ai valori stelle e strisce: alla nazione servono invece diversità, inclusione e plotoni di militi non binari, trans e drag queen, un esercito di sculettanti principesse arcobaleno. Dalla scia di nemici morti alla scia di glitter, è bastato un attimo. 

Il volto della campagna di reclutamento della Marina Usa è una drag queen

In linea con la nuova politica di reclutamento, il nuovo volto della campagna social sarà Joshua Kelley, qui nei panni della drag queen il cui nome d’arte è Harpy Daniels che farà da «Ambasciatrice digitale», per attrarre «la forza lavoro più talentuosa e diversificata» d’America e combattere il crollo delle sottoscrizioni. Kelley, che si identifica come non binario, ha condiviso la propria esperienza su TikTok e Instagram, dove ha raccontato di avere iniziato a esibirsi bordo, a probabilmente nei lunghi mesi al largo dove si sa, la materia prima scarseggia. «Mi esibisco dall’inizio del 2016, e la possibilità di condividere la mia esperienza di drag nel mio tempo libero con i miei commilitoni è stata una benedizione», ha scritto Kelley su Instagram a novembre, quando ha annunciato ai suoi oltre 8mila follower la nomina come ambasciatore digitale.

Alla frutta

Il programma «Digital Ambassador» a cui Kelley ha partecipato (senza compenso)si è tenuto da ottobre a marzo ed è stato «progettato per esplorare l’ambiente digitale per raggiungere un’ampia gamma di potenziali candidati». La Marina ha lanciato il programma  nel tentativo di aumentare il numero delle reclute a 347.000 membri nel 2024, rispetto agli attuali 341.736 in servizio nel 2023, fa sapere il Navy Times promuovendo «una cultura inclusiva». Va bene il periodo di crisi dei reclutamenti, va bene essere alla frutta, ma chiamare «Priscilla la regina del deserto» per risollevare le sorti della Marina appare un’operazione dagli esiti decisamente incerti.

Cristina Gauri

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