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Usa, al via i raid anti clandestini. Trump contro deputate dem: “Tornate nei vostri Paesi”

by Cristina Gauri
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Washington, 15 lug – Atlanta, Baltimora, Chicago, Denver, Houston, Los Angeles, Miami, New York e San Francisco: queste alcune delle principali città degli Stati Uniti in cui stanotte sono scattati i blitz contro i clandestini entrati illegalmente nel Paese. Le azioni, volute fortemente dall’amministrazione Trump e ampiamente annunciate nei giorni scorsi, sono state condotte degli agenti della Ice (Immigration and Customs Enforcement) e hanno colpito circa duemila clandestini in 10 città americane, già raggiunti da decreti di espulsione ma decisi ad ignorarlo deliberatamente. Non è escluso però che la portata delle operazioni sia più ampia di quanto annunciato. Altissima la tensione nelle città investite dal provvedimento: i sindaci hanno assicurato il massimo sostegno agli irregolari tappezzando le strade e i social media di cartelli che illustrano i loro diritti.

Tweet “razzisti”

Nel frattempo è esplosa la polemica intorno ad alcuni tweet del presidente Trump contro un gruppo di parlamentari democratiche appartenenti a minoranze razziali. Il tema è sempre l’immigrazione clandestina e in questi messaggi il tycoon si scaglia contro quelle deputate che hanno ferocemente criticato la misura dei raid contro gli irregolari. “Prima di criticare le politiche portate avanti negli Usa tornino nei posti corrotti e infestati dal crimine da cui sono venute” ha tuonato Trump riferendosi senza dubbio a Alexandra Ocasio-Cortez (di origini portoricane), Ilhan Omar (figlia di rifugiati somali), Rashida Tlaib (di origini palestinesi) e l’afroamericana Ayanna Pressley.

Per il presidente Usa le parlamentari dovrebbero provare a tornare nei Paesi di origine 
“i cui governi sono una totale catastrofe, il peggio che esiste al mondo”, al posto di stigmatizzare “la più grande e potente nazione sulla terra”. Anche la portavoce della Camera Nancy Pelosi ha criticato durante i cinguettii di trump: “Respingo i commenti xenofobi” di Trump: “invece che attaccare membri della Camera il presidente dovrebbe lavorare con noi per politiche dell’immigrazione che riflettano i valori americani” ha twittato. “Mr. President noi ci battiamo per proteggere il Paese dal peggiore, più corrotto e inetto presidente che si sia mai visto” rincara la Omar. Fa loro eco la Ocasio-Cortez che definisce Trump “arrabbiato perché non accetta un Paese che possa includere anche noi, non accetta che l’America ci ha eletto e che non abbiamo paura di lui”.

Cristina Gauri

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2 comments

Luca 16 Luglio 2019 - 7:21

Ma “vostro” paese in che senso? Anche Trump è allogeno rispetto al nord america

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luis r. 16 Luglio 2019 - 11:15

certo, ascoltando le dichiarazioni soprattutto della deputata velata somala dei mesi scorsi, giustifica pienamente Trump: se nella sua Somalia una donna così avesse usato anche la metà dell’arroganza dimostrata dopo che si è fatta eleggere coi voti degli infedeli, spariva in un buco nero

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