Washington, 25 lug – Non solo maschi bianchi, non solo i nuovi poveri dell’America profonda. Tra i sostenitori di Donald Trump c’è pure il fratellastro keniano di Barack Obama. “Mi piace Donald Trump perchè parla dal cuore”, ha dichiarato Malik Obama al New York Post dalla sua casa in Kenya, nel villaggio di Kogelo, dove nacquero padre e nonno e dove ancora vive la nonna dell’attuale presidente statunitense. “Make America Great Again è un grande slogan. Mi piacerebbe incontrare Trump”, ha aggiunto Malik, profondamente deluso dall’amministrazione del fratello Barack. Una notizia scioccante per i democratici americani, un assist non da poco per Donald Trump accusato a più riprese di razzismo e di essere sostenuto soltanto dai “white men” fermamente avversi alle politiche del partito del presidente Obama e di Hillary Clinton.
Malik Obama sembra però avere le idee piuttosto chiare anche riguardo la politica estera di Washington e non ha perso l’occasione per attaccare Clinton e Obama accusandoli di aver ucciso, sbagliando, il leader libico Muammar Gheffafi: “Penso ancora che liberarsi di Gheddafi non abbiano migliorato le cose in Libia. Mio fratello e il segretario di Stato mi hanno deluso anche su questo”.
Non c’è tanto un risentimento nei confronti di un fratello divenuto il leader della prima potenza mondiale e incontrato soltanto nel 1985, o almeno non c’è solo quello. Malik ha dichiarato di aver creduto alle promesse di Barack Obama che però a suo giudizio non avrebbe mantenuto. Ecco allora che Donald Trump ha colto subito la palla al balzo, replicando ironicamente come sovente capita: “Lo capisco, sarà stato trattato male dal fratello come tutti in questo Paese”.
Eugenio Palazzini