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Usa, maglie strette sull’Onu: come Washington spiava anche Guterres

by Alberto Celletti
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Usa Onu Guterres

Roma, 18 apr – Che gli Usa dettino legge sull’Onu o sulle cosiddette “Nazioni unite”, non è certamente una scoperta. Forse quanto è emerso negli ultimi giorni (e in particolare nelle ultime ore) è pero sintomatico di quanto Washington abbia un ruolo decisamente predominante anche rispetto agli altri grandi che compongono il sempre cosiddetto consesso mondiale, anche nel modo di spiare lo stesso segretario generale Antonio Guterres.

Le intercettazioni a Guterres

Già nell’ultima settimana dai cosiddetti “Pentagono leaks” (ovvero i documenti trafugati e finiti sui social network) era venuto fuori quanto il segretario generale delle Nazioni unite Guterres venisse considerato “troppo morbido” con la Russia di Putin. Gli ultimi file trapelati, però, come riportato dall’Ansa, danno una dimensione del livello di controllo a cui era stato sottoposto lo stesso Guterres di cui – com’era logico attendersi – era sotto torchio anzitutto il telefono. Il Washington Post è il giornale americano che mette tutto su carta e che descrive un segretario “sdegnato” per il divieto di una visita in Etiopia, o – peggio ancora – infastidito nei rapporti con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Insomma, controlli capillari, volti ad osservare con un’attenzione minuziosa anche il semplice umore o lo stato d’animo. Che Guterres, in uno dei documenti, sia descritto come qualcuno “non contento” di dover visitare Kiev a marzo è sintomatico, sebbene nei dossier non sia spiegata la ragione della sua insoddisfazione.

Per gli Usa l’Onu è uno strumento

Per gli Usa l’Onu è evidentemente uno strumento e non lo scopriamo certamente oggi. Se è normale che il peso di Washington sia nettamente superiore a quello di altri vincitori “minori” della seconda guerra mondiale come Francia e Gran Bretagna, più complicato è il fatto che eserciti più forza rispetto a Pechino (sebbene la questione sia spiegata con la  prevalenza numerica, tra i membri permamnenti nel Consiglio di sicurezza, di Stati filostatunitensi rispetto al contrario). In ogni caso, la faccenda delle notizie trafugate dal Pentagono e le intercettazioni al diplomatico portoghese dimostrano per l’ennesima volta il grande bluff delle Nazioni unite. Non che avessimo bisogno di ulteriori prove per una questione evidente sin dal secondo dopoguerra, sia chiaro.

Alberto Celletti

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