Ora Valls riconosce che “non possiamo accogliere tutte le persone in fuga dalle guerre, altrimenti le nostre società saranno completamente destabilizzate”. Ottimo. Perfetto. Inappuntabile. Tutto giusto, se a dirlo non fosse l’esponente di un partito che della “mixità” e della società “colorata” ha fatto una bandiera ideologica, prima, e un obbiettivo concretamente perseguito, poi. Il Partito socialista francese, del resto, è lo stesso che, seguendo i suoi think tank di riferimento, anni fa decise di lasciare al suo destino la classe operaia, che ormai aveva virato verso il lepenismo, per buttarsi a corpo morto sulla Francia “cosmopolita”, cioè in sostanza sugli immigrati e i loro discendenti.
Ovviamente le conversioni al realismo sono sempre benvenute, ma andrebbero quanto meno motivate. E, soprattutto, quando si è al governo bisognerebbe parlare con i fatti più che con generiche petizioni di principio. Valls, comunque, ha riconosciuto che “non è Schengen a essere rischio, ma il concetto stesso di Europa. Dobbiamo attuare misure urgenti per controllare le sue frontiere esterne. Se l’Europa non è in grado di proteggere i propri confini, è l’idea stessa di Europa, che sarà messa in discussione”. Fortunatamente, in realtà, “l’idea di Europa” non è un bene a disposizione di questa classe politica. Messa in discussione è semmai la Ue. Che è tutta un’altra cosa.
Giuliano Lebelli
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video : NWO: Communism By The Backdoor Part 7