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“Il velo islamico è libertà”: è bufera sulla campagna del Consiglio d’Europa

by Cristina Gauri
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hijab velo

Roma, 4 nov — Il Consiglio d’Europa finisce nella bufera per aver lanciato sui social una campagna anti-discriminazione decisamente controversa: «La bellezza sta nella diversità così come la libertà sta nell’hijab (un tipo di velo islamico)» recita infatti lo slogan associato alla foto di una donna sorridente con il capo velato. «Come sarebbe noioso il mondo se fossimo tutti uguali? Celebrare la diversità & rispettare l’hijab», decreta con detta campagna il Consiglio d’Europa, che si presenta come la principale organizzazione di difesa dei diritti umani del Continente, e riunisce 47 Paesi. Non è organo dell’Ue, ma l’Ue lo foraggia generosamente, tanto da apparire tra gli sponsor del progetto.

In Francia proteste per l’iniziativa pro velo

In Francia, che qualche problema con l’Islam ce l’hanno, non hanno preso bene l’iniziativa a favore di inclusione culturale e sociale: appena è stata diffusa online attraverso dei tweet, da Oltrealpe si è scatenata la bufera bipartisan. «L’Islam è il nemico della libertà. Questa campagna è il nemico della verità» ha commentato il candidato all’Eliseo Zemmour, denunciando una «jihad pubblicitaria». Gli ha fatto immediatamente eco Marine Le Pen: «Questa comunicazione europea a favore del velo islamico è scandalosa e indecente, mentre milioni di donne lottano coraggiosamente contro questa sottomissione», ha attaccato la candidata del Rassemblement National.

Strali arrivano anche dalla destra più moderata, dove la candidata dei Républicains e presidente della regione Île-de-France Valérie Pécresse ha stigmatizzato lo slogan utilizzato nella campagna. «Non è un simbolo di libertà, ma di sottomissione», sostiene. Parla di iniziativa «assolutamente inappropriata» l’ex commissario Ue Michel Barnier, anche lui in corsa per l’Eliseo. «Mi sarebbe piaciuto che le persone che hanno fatto questa brutta campagna andassero a intervistare le donne di Kabul che stanno lottando proprio per non indossare questo velo. Il velo non è uno strumento di libertà per le donne, è il contrario».

Anche il governo d’Oltralpe boccia l’iniziativa

Anche il governo francese si è mostrato compatto contro l’iniziativa del Consiglio d’Europa attraverso una dichiarazione della segretaria di Stato per la gioventù, Sarah El Haïry: «Esprimo la mia forte disapprovazione». Insomma: iniziativa bocciata, tanto da spingere Strasburgo a fare marcia indietro e cancellare i tweet. Con tanto di scuse: «I tweet sono stati cancellati e rifletteremo su una migliore presentazione del progetto», spiega il Consiglio attraverso la propria portavoce, specificando che la diffusione dei ritratti di donne velate voleva «sensibilizzare sulla necessità di rispettare la diversità, l’inclusione e di combattere tutti i tipi di discorsi di odio». Le frasi associate alle immagini, come quella sulla libertà, sarebbero frasi pronunciate dalle partecipanti a uno degli workshop del progetto. «Non rappresentano la posizione del Consiglio d’Europa o del segretario generale».

Cristina Gauri

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