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Venezuela, Guaidò libera leader opposizione. Maduro: “E’ un golpe”

by Ludovica Colli
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Caracas, 30 apr – Il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidò assicura di avere l’appoggio di “un gruppo molto importante” di membri delle Forze Armate e non solo a Caracas, ma “in tutto il Paese”. L’autoproclamatosi presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana ha quindi reso noto di aver emesso un decreto di amnistia a beneficio dei detenuti civili e militari arrestati per motivi politici. In Venezuela, in queste ore, è difficile accedere a Twitter e Facebook e in genere navigare online. L’azienda statale Cantv ha ridotto drasticamente l’accesso degli utenti al web e in particolare ai social network: è il quadro delineato dlal’osservatorio Netblocks, specificando che “l’accesso a ciascun servizio rimane disponibile a intermittenza visto che le restrizioni non appaiono efficaci al 100%”.

Liberato leader dell’opposizione Lopez

Intanto uno dei leader dell’opposizione venezuelani, Leopoldo López, che si trovava agli arresti domiciliari, è stato liberato in un’azione condotta da forze anti Maduro e coordinata da Guaidò. E’ quanto riporta El Mundo, trovando poi la conferma del diretto interessato e del presidente ad interim. Lopez – incarcerato da Nicolas Maduro il 18 febbraio 2014, nel pieno delle proteste – a settembre 2015 era stato condannato a 13 anni e 9 mesi di reclusione ed era stato rinchiuso nel carcere di Ramo Verde, fino alla decisione di concedergli i domiciliari nel luglio 2017.

L’Operazione Libertà

Il Venezuela “ha iniziato la fase definitiva per la fine dell’usurpazione, l’Operazione Libertà” ha dichiarato Lopez. “Sono stato liberato da militari agli ordini della Costituzione e del presidente Guaidò” ha scritto poi su Twitter il leader di Voluntad Popular. “Mi trovo nella Base La CarlotaMobilitiamoci tutti. E’ ora di conquistare la libertà. Forza e Fede”. Guaidò ha lanciato un messaggio video sui canali social. Accompagnato da López e da un gruppo di soldati, ha voluto esortare i militari e la popolazione civile a scendere in strada per chiedere la “cessazione definitiva dell’usurpazione“. L’appello è rivolto anche “ai dipendenti pubblici” per “recuperare la sovranità nazionale”. Quindi, dicendo di trovarsi nella stessa base aerea di La Carlota, situata alla periferia di Caracas, ha ringraziato i “coraggiosi” per il sostegno e ha assicurato che le Forze armate sono “chiaramente dalla parte del popolo, fedeli alla Costituzione“.

La replica del governo: “Tentato golpe da parte di militari traditori”

Il governo venezuelano, intanto, ha denunciato che è in corso un tentativo di “colpo di Stato” da parte di “militari traditori”: “Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento ci stiamo scontrando e stiamo neutralizzando un piccolo gruppo di militari traditori” ha scritto su Twitter il portavoce del governo di Maduro, Jorge Rodriguez. Su Twitter è intervenuto anche il ministro della Difesa, Vladimir Padrino: “Gli pseudo leader politici che si sono posti al comando di questo movimento sovversivo hanno impiegato truppe e agenti con armi da guerra in una via pubblica della città per creare caos e violenza. Sono dei vigliacchi“.

Le reazioni di Usa e Ue

Da parte dell’Unione europea, c’è stata una presa di posizione molto pacata. Da Bruxelles, Maja Kocijancic, portavoce della diplomazia dell’Ue ha detto che l’Unione “sostiene una soluzione pacifica” alla crisi in Venezuela “attraverso libere elezioni”. La Osa, l’Organizzazione degli Stati americani, ha invece applaudito alla scelta dei militari di sostenere Guaidò, ma ha detto di confidare in una transizione democratica: “Salutiamo il rispetto dei militari per la Costituzione e il presidente incaricato del Venezuela”, ha scritto il segretario generale, Luis Almagro, su Twitter. Ma ha anche concluso che “è necessario il pieno appoggio al processo di transizione democratica in maniera pacifica”. Dagli Stati Uniti, il senatore Marco Rubio, uno dei repubblicani più attivi sul fronte venezuelano, è intervenuto esortando gli ufficiali a sostenere l’autoproclamato presidente del Paese e riconosciuto da Washington quale leader.

Ludovica Colli

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