Il risultato? Una strage di trafficanti, a tutti i livelli: dagli spacciatori di strada a capi delle organizzazioni malavitose dedite al commercio delle sostanze stupefacenti. La mattanza in corso nelle Filippine non risparmia nessuno, facendo schizzare alle stelle la popolarità di Duterte. E convincendo molti ad uscire dal giro: sarebbero quasi un milione i tossicodipendenti e i pusher consegnatisi spontaneamente alla polizia per evitare di finire fra le statistiche che si aggiornano al ritmo di 30/40 morti al giorno.
Una strategia, quella adottata dall’uomo forte di Manila, non solo rivolta verso l’esterno, ma anche verso l’interno. Insieme al fuoco delle pistole e delle mitragliatrici, infatti, il presidente sta conducendo una strenua – e forse più difficile – battaglia contro la dilagante corruzione. Promettendo premi in denaro per chi denuncia e circostanzia episodi di mazzette, tangenti, rivendita di droga sequestrata e altro, è già riuscito a mettere alla berlina diverse centinaia di agenti. E Duterte sta già puntando, con la mira a parlamentari, giudici e altri funzionari venduti, anche ai vertici dello Stato.
Nicola Mattei
2 comments
Questo si’ che è per la “tolleranza zero”!!
Più che altro è la normalità fatta eccezione.