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Il difficile incontro tra domanda e offerta sul mercato del lavoro: come stanno davvero le cose

by La Redazione
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In Italia il mercato del lavoro si trova in un’impasse non da poco per via della difficoltà nel far incontrare domanda e offerta.

Complessità nel trovare candidati: che cosa lamentano le aziende e i datori di lavoro

Al giorno d’oggi spesso capita di leggere articoli sul giornale o sentire servizi al notiziario in merito alle difficoltà di datori di lavoro un po’ di ogni settore nel trovare personale da impiegare. Sembra un po’ un controsenso in un paese dove i tassi di disoccupazione sono tra i più alti dell’area Euro, tuttavia resta un dato di fatto che molti lamentano la mancanza cronica di addetti. La colpa viene a scaricata in toto su chi cerca lavoro, additando soprattutto i giovani di essere sfaticati. Inoltre, in particolare quando si parla di disoccupati più in generale, chi offre lavoro dice di trovare solo persone il cui loro principale obiettivo è quello di non perdere il reddito di cittadinanza. In realtà, il discorso è molto più ampio e non bisogna fermarsi a sentire solo le opinioni di una delle due parti chiamate in causa.

Problemi a trovare un buon lavoro: che cosa succede realmente al colloquio di lavoro

Nel momento in cui si va a guardare con maggiore attenzione quello che succede dalla parte opposta della barricata, le cose si fanno più ingarbugliate. Le persone che oggi sono disoccupate, a prescindere dalla loro fascia d’età, hanno difficoltà a trovare un lavoro per via di condizioni inique proposte dall’azienda. Per sapere se realmente un’azienda tratta bene i suoi dipendenti offrendo un buon contratto, paga oraria sufficiente e un monte ore chiaro basta andare su GoWork che raccoglie le recensioni lasciate però dai dipendenti su imprese e aziende, in pratica, si riesce ad avere una valutazione da un punto di vista nuovo; invece che da quello dei clienti da quello dei dipendenti al fine di scoprire se è una realtà per cui vale la pena lavorare e che valorizza la forza lavoro oppure no.

Moltissimi si sono ritrovati a dei colloqui di lavoro al termine dei quali si scopriva che il contratto offerto prevedeva una paga oraria insufficiente. Tanti hanno proprio dichiarato che si trattava di un compenso “da fame”. Spesso il contratto viene inoltre visto solo come un’incombenza da svolgere per essere in regola. In pratica, quello che c’è scritto sul contratto non ha poi grande valenza e applicazione nella realtà. Si parla quindi di ore di straordinari in più, ore a chiamata e simili non incluse negli accordi nero su bianco ma da accordare solo a voce.

Non viene specificato il compenso che spesso è da ricevere in nero con tutte le conseguenze del caso. Si parla quindi di zero copertura assicurativa in caso di infortuni, nessun contributo versato all’INPS e niente tutele. È ovvio che in queste situazioni una persona dica che il gioco non valga la candela, ritrovandosi però incolpato della mancata assegnazione del lavoro.

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