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Anpi e Pd, assalto al libro su Pisanò: scomodo chi documentò le stragi partigiane

by Michele Iozzino
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Giorgio Pisanò

Roma, 12 dic – La presentazione domani a Desio di una biografia su Giorgio Pisanò è il nuovo spauracchio che agita i sogni di Anpi e Partito democratico, tant’è che i gendarmi della memoria hanno organizzato una raccolta firme e una flash mob per impedire l’evento.

Anpi e Pd contro il libro su Giorgio Pisanò

Il libro in questione si intitola Giorgio Pisanò. Soldato, giornalista, politico. È un voluminoso e documentato saggio di più di seicento pagine, scritto da Luca Bonanno con una prefazione di Guido Giraudo, e pubblicato proprio quest’anno per i tipi di Eclettica. Ma per l’Anpi scrivere di Pisanò è qualcosa di inconcepibile, essendo quest’ultimo “comandante della Decima Mas, delle Brigate Nere, poi fondatore del Movimento Fascismo e Libertà” e dedicargli un libro equivale a “celebrare i fascisti”. Gli fa eco il Partito democratico con un comunicato congiunto della segretaria regionale Silvia Roggiani e del segretario di Monza e Brianza Lorenzo Sala: “La presentazione del libro dedicato ad un fascista come Giorgio Pisanò, fondatore del Movimento Fascismo e Libertà, è già di per sé un fatto che qualifica chi lo fa”. E attaccano il Comune di Desio per aver concesso il patrocinio alla presentazione: “Il sindaco di Desio ora decida se togliere il patrocinio comunale a questa vergogna o tradire le radici della Costituzione su cui ha giurato e voltare le spalle alla foto del presidente della Repubblica che come tutti i sindaci ha appesa nel suo ufficio”. A indignare ancora di più la sinistra è anche il fatto che la sala dove si svolgerà l’evento è intitolata a Sandro Pertini. Alle accuse ha risposto l’assessore alla Cultura di Desio Samantha Baldo: “Sono stupita per la polemica, credevo che fossimo in democrazia”.

La colpa? Documentò le stragi partigiane

Per una strana ironia della sorte, più ci allontaniamo dal fascismo come fenomeno storico e più l’antifascismo s’inasprisce, nonostante divenga allo stesso tempo sempre più autoreferenziale e superficiale. Infatti, nel rievocare la vita di Pisanò si dimenticano di dire che fu un grandissimo giornalista e per vent’anni – dal 1972 al 1992 – fu senatore. Insomma, una persona che trent’anni fa poteva essere liberamente votata alle elezioni e sedersi tranquillamente nelle istituzione repubblicane, oggi dovrebbe diventare un argomento proibito. Non è, però, un caso che i soliti gendarmi della memoria si scagliano contro Pisanò, dal momento che uno dei più grandi meriti di quest’ultimo è il suo lavoro storico per documentare e far riaffiorare gli orrori della Guerra civile italiana 1943-45, comprendendo in questo anche i delitti, le vendette, e le stragi perpetrate dai partigiani. Ma si sa, il rancore e il risentimento dell’Anpi non ha confini. Non a caso lo stesso autore del libro Luca Bonanno è finito sotto accusa, in quanto “irridendo e schernendo l’Anpi” avrebbe messo in mostra le sue “simpatie neofasciste”.

Michele Iozzino

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