Roma, 29 mar – Le ultime dichiarazioni di Salvatore Buzzi nell’udienza per il processo di Mafia Capitale scuotono ulteriormente il Partito Democratico romano. A finire sotto accusa adesso è la Festa dell’Unità del popolare quartiere di Casalbertone, finanziata a quanto pare anche grazie alle bustarelle dell’ex presidente della cooperativa 29 giugno. Ad intascare i 2 mila euro sarebbe stata Micaela Campana, deputata di “zona” del Pd. “La incontrai a mezzanotte e mi chiese due buste ognuna con 1000 euro”, ha spiegato ai giudici Salvatore Buzzi, che la Campana usava appellare come “grande capo”. Per capire ulteriormente le dinamiche tra il Pd di Casalbertone, la deputata e Salvatore Buzzi, abbiamo intervistato Mauro Antonini, candidato alle ultime elezioni comunali della Capitale come presidente del quarto Municipio di Roma per CasaPound, che con il Pd di Casalbertone è spesso entrato in contrasto negli ultimi anni.
Ti sorprendono le dichiarazioni di Buzzi sui presunti 2 mila euro intascati da Micaela Campana?
Non mi sorprende, proprio perché negli anni ho sempre visto una festa dell’Unità dove si cercava di fare business e territorio di scontro tra le due fazioni, i “vecchi” del partito e i “giovani”, per il controllo del Pd. A Casalbertone c’era una gara a chi portava il personaggio più grosso, anche del partito. Ricordo che quello di Casalbertone era uno dei circoli Pd inseriti da Fabrizio Barca nella black list delle sezioni definite “potere per il potere”.
Buzzi sostiene di aver dato le due buste con 1000 euro ciascuna alla Campana il 4 luglio del 2013. Ricordi qualcosa rispetto a quella edizione della festa dell’unità? Qualche big che partecipò?
Ricordo che pochi giorni dopo venne Bersani, in prima fila c’era la Campana e tutto il suo entourage, tra cui l’ex presidente del quarto municipio Emiliano Sciascia. A differenza di altre volte dove in prima fila erano presenti personaggi storici del Pd di Casalbertone, quelli della fazione avversa alla Campana. La situazione nel Pd di Casalbertone in quel periodo era esplosiva, arrivarono addirittura ad accusarmi di aver duplicato circa 200 iscritti della sezione di CasaPound in quella del Pd, con l’intento di favorire la fazione opposta alla Camapana, quella dei “vecchi”. Una situazione assurda e divertente allo stesso tempo.
La Campana durante gli interrogatori di Mafia Capitale rispetto ai suoi rapporti e incontri con Salvatore Buzzi per 40 volte ha risposto “non ricordo”, fatto che le costerà un’indagine per falsa testimonianza. Che idea ti sei fatto rispetto al suo possibile coinvolgimento nell’inchiesta?
Diciamo che Micaela campana in quegli anni era moglie di Daniele Ozzimo. Le voci in quegli anni sul territorio del quarto municipio di Roma raccontavano che se volevi entrare a lavorare con la 29 giugno dovevi passare per lui. C’è poi la telefonata fatta da lei per conto del cognato Niccolò Corrado, consigliere pd nel quarto municipio, tutt’ora in carica, in cui chiede a Salavatore Buzzi di liberare un appartamento occupato da alcuni immigrati. I rapporti stabili e continui con Buzzi sono evidenti, poi sui reati effettivi sarà la magistratura a dare risposte.
Ci sono stati “conflitti” tra Micaela Campana e in generale la problematica sezione del Pd di Casalbertone con CasaPound nel corso degli anni?
Cito un episodio emblematico: nel settembre 2012 dovemmo rinunciare a fare la periodica raccolta sangue che svolgevamo nella piazza centrale del quartiere, visto che la piazza era già occupata dagli stand della festa del Pd che doveva iniziar la sera. Loro invocarono la loro autorizzazione per impedire la nostra raccolta. Dopo si scoprì che non avevano nessuna autorizzazione, tanto che vennero multati per 4 mila euro. In generale ogni volta che abbiamo protestato per situazioni di degrado o contro l’apertura di centri di accoglienza, il Pd e la Campana sono sempre stati in prima fila contro di noi.
a cura di Davide Romano