Roma, 26 giu – Luca Casarini, ex disobbediente “eccellente” è ora parte integrante dell’Ong Mediterranea Saving Humans. E ci ha tenuto a dichiarare, proprio oggi che la nave Sea Watch 3 ha deciso di forzare i confini italiani e arrivare a Lampedusa.

“Massimo sostegno alla Sea Watch”

Ora Carola Rackete, “capitana” della Sea Watch, incassa la solidarietà del compagno Luca Casarini, capo missione di Mediterranea. “Diamo il massimo sostegno a Carola Rackete, il comandante della Sea Watch che ha deciso di approdare a Lampedusa in quanto responsabile delle persone salvate. Stiamo già raccogliendo i soldi per pagare l’eventuale multa. Vale più una vita umana”, ha dichiarato all’Adnkronos.

“Sentenza della Cedu è come Ponzio Pilato”

Casarini contesta  la sentenza della Cedu, che ha respinto il ricorso contro l’Italia della stessa Sea Watch. Secondo Casarini “la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo è poco coraggiosa, un prendere tempo: usa il pretesto di dire ‘sono in acque internazionali’ ma sostiene di dare assistenza alle persone. E’ una sentenza alla Ponzio Pilato, come se non ci fossero convenzioni internazionali. Ma i naufraghi devono approdare nel porto sicuro più vicino: è evidente che quello di Tripoli non lo è. Il porto più vicino rispetto a dove sono stati salvati i migranti in acque internazionali secondo le convenzioni è Lampedusa”.

E Salvini è il male

Poi, ovviamente, contesta la decisione di Salvini di difendere i confini nazionali: “La Convenzione di Amburgo prevede il soccorso per chi è in difficoltà e questo finisce quando i naufraghi vengono assicurati a un luogo dove vengono rispettati i diritti umani, dove viene fornita assistenza e cura. Andare da un’altra parte avrebbe voluto dire violare questo trattato. Inoltre, secondo l’articolo 33 della Convenzione di Ginevra, non si possono respingere i migranti di guerra. Le convenzioni internazionali hanno valore di rango costituzionale: c’è una gerarchia di leggi da rispettare. Siamo in un mondo alla rovescia dove chi salva vite viene accreditato come il colpevole“.

Ilaria Paoletti

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