Milano, 25 giu – Vittorio Feltri sindaco di Milano? “Sì, ho ricevuto qualche segnale in questo senso…“. A confermarlo è il direttore editoriale di Libero, che però subito chiarisce: “Ma siccome per adesso non c’è nulla di concreto, mi limito a sorridere…“. Certo è che dopo il dietrofront di Oscar di Montigny, comunicatore di Mediolanum e genero di Ennio Doris, il centrodestra è di nuovo in alto mare per il candidato sindaco di Milano. E su questo c’è ben poco da ridere. Almeno per Salvini, Meloni e Berlusconi.
Feltri candidato sindaco di Milano per il centrodestra?
Feltri papabile candidato, dunque. Un’ipotesi da non sottovalutare, magari con Gabriele Albertini vicesindaco (e sindaco di fatto, vista la grande esperienza rispetto al decano del giornalismo italiano). Non a caso il Corriere della Sera ha subito interpellato il diretto interessato. Peraltro Feltri non dice di no. “In effetti la cosa mi solletica. Anzi, più che solleticarmi, mi lusinga – ammette -. Però, sa: io non sarei capace di amministrare un condominio, figuriamoci Milano…“.
“Sono stato anche di sinistra. Negli anni ’60 a Bergamo ero socialista”
E a chi contesta il fatto che il centrodestra stia scegliendo (con incredibile lentezza e fatica) candidati civici, non di partito e non schierati e che Feltri invece di certo non si può dire che sia di sinistra, il direttore editoriale di Libero risponde: “E’ vero. Anche se nella mia vita io sono stato anche di sinistra. Negli anni Sessanta, a Bergamo, ero socialista. Nel Psi mi ero anche trovato bene, poi però è arrivato il ’68 e tutto è diventato un casino”. Potrebbe quindi prendere voti anche fuori dal bacino del centrodestra. In ogni caso l’idea di fare il sindaco di Milano gli piace. “Però, mi rendo anche conto di non essere la persona più adatta. Io non ho mai fatto una campagna elettorale in vita mia. E poi, oltre a farla, bisogna anche vincerla. E se la vinci, lo stipendio lascia a desiderare. Ma il fatto è che io non ho mai amministrato niente”, ribadisce, sempre con grande ironia.
Albertini vicesindaco sarebbe la mossa vincente
A quel punto gli fanno presente che con Albertini vicesindaco, sarebbe tutto più semplice. “Giusto – risponde Feltri -. Potrei chiedere a lui di fare tutto. Io esercito il potere di indirizzo: mi presento, faccio due discorsi e vado…“. Il tono ovviamente è scherzoso. Ma, ripetiamo, c’è ben poco da ridere.
Centrodestra in alto mare ma Salvini dice che è questione di ore
E se Salvini assicura e prova a rassicurare che sono “ore decisive”, il dato politico è che il grave ritardo sul nome del candidato non fa che favorire Sala e il centrosinistra. Oltre a dare la stura a tutta una serie di uscite più o meno fantapolitiche. Come quella della candidatura del leader della Lega in persona, ovviamente subito smentita. Ma a via Bellerio la difficoltà e palpabile. Il nome spetta a Salvini, visto che a Roma l’ha scelto la Meloni – Michetti in tandem con la Matone – ma questo nome ancora non c’è. Ma se a Roma la gara potrebbe essere a perdere – viste le insormontabili rogne per il Campidoglio – a Milano, nel cuore del territorio leghista, perdere significherebbe una sconfitta per Salvini tale da ridimensionare il suo ruolo nella coalizione.
Adolfo Spezzaferro
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