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Il primo ministro più a destra dal dopoguerra? Non ci voleva molto

by Michele Iozzino
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Roma, 26 set – Già dai primi exit poll la Cnn commentava il voto italiano con evidente preoccupazione: “Giorgia Meloni si avvia a essere il primo ministro italiano più di destra dai tempi di Mussolini”. Ma non ci voleva molto, la destra in Italia non ha mai davvero governato.

L’allarmismo della sinistra è fondato?

Se speravamo di poter abbondare il delirio della sinistra sul ritorno del fascismo una volta finite le elezioni, siamo stati prontamente delusi. L’allarmismo sulla possibile vittoria della coalizione di centrodestra guidata da Fratelli d’Italia sembra anzi aver acquisito maggiore forza adesso che quella vittoria si è realizzata e il partito di Giorgia Meloni è diventato abbondantemente il primo partito in Italia. Nonostante questo, la proverbiale montagna sembra aver piuttosto partorito un topolino, con Fratelli d’Italia molto distante dall’essere quell’ultradestra dipinta dalla stampa internazionale e non.

L’illusione ottica italiana

In un tutto questo, un fondo di verità parrebbe esserci. Il prossimo governo sarà con ogni probabilità presidiato da Giorgia Meloni e potrebbe davvero essere quello più a destra dal dopoguerra ad oggi. Non per meriti o demeriti propri, e nemmeno per chissà quale radicalità nel suo posizionamento ideologico. Se ci allontaniamo un attimo dal presente ci accorgeremo di una particolare illusione ottica che grava sull’Italia. Nella storia repubblicana il Presidente del Consiglio più a destra è stato finora Silvio Berlusconi, cioè un craxiano che ha saputo cavalcare l’onda della fine della Prima Repubblica e il vuoto che si era creato. Insomma una personaggio lontanissimo dalla destra. Tolto Berlusconi e le parentesi dei governi tecnici e quella populista giallo-verde del primo governo Conte, a guidare l’Italia ci sono sempre stati esclusivamente il centro democristiano o il centro sinistra.

La destra esclusa ed un Paese guidato sempre da altri

Se la destra che vince fa notizia non è per la sua pericolosità vera o presunta, né per il suo supposto estremismo, ma perché era stata marginalizzata. Come dimostra il sostegno missino al governo Tambroni, il baricentro della Democrazia Cristiana era spostato verso la sinistra in una conventio ad excludendum della destra. Un arco costituzionale che ha retto contro il Movimento Sociale Italiano fino ai primi anni ’90, ed una volta che è stato rotto ha prodotto quella normalizzazione che prima ha portato ad Alleanza Nazionale e adesso a Fratelli d’Italia. Normalizzazione peraltro autoimposta. A guardare le cose per bene, non dovrebbe allarmarci che la destra vada al governo, ma quanto a lungo sia stata esclusa.

Michele Iozzino

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