Roma, 18 feb – Alberto Arrighi è un nome noto della destra milanese: dopo gli incarichi nel Fronte della Gioventù, nel Fuan e poi in Azione Giovani lo abbiamo visto entrare alla Camera nelle file di An. Poi è arrivata l’implosione del mondo post-fascista e, come per tanti, è iniziata una sorta di traversata nel deserto. Che si conclude con l’approdo in Sovranità, il nuovo soggetto politico di sostegno al progetto di Matteo Salvini. Arrighi parteciperà domani alla presentazione milanese di Sovranità alla presenza di Vittorio Feltri, che Salvini voleva addirittura al Quirinale, del leghista Marco Rondini e di un altro volto storico della destra militante milanese, Roberta Capotosti (che ha peraltro costituito in Zona 2, a Milano, il primo gruppo consiliare di Sovranità).
Arrighi, perché uno con la sua storia si ritrova a credere nel progetto di Matteo Salvini?
Per il percorso che da tempo Salvini ha intrapreso. C’è stata una sua evoluzione che secondo me è iniziata da prima che diventasse segretario federale della Lega e che verte tutta attorno ai temi del sovranismo e dell’anti-mondialismo. In questo ha influito pure la sua interlocuzione col pensiero ribelle dei vari de Benoist, Buttafuoco, Massimo Fini. Per non parlare poi, al Parlamento europeo, del suo dialogo col Front national francese, dei legami con la Russia etc. Ecco, tutto questo mi ha portato a individuare in Salvini e in Sovranità dei soggetti politici che potessero portare avanti certe battaglie, il tutto nel contesto del nulla che si era creato nel frattempo nella nostra area. Parlo ovviamente della destra istituzionale…
Domani Sovranità sbarca a Milano con un convegno di alto profilo. Che aspettative avete per questo evento?
Aspettative importanti, gli ospiti sono di rilievo, si tratta di un passaggio fondamentale anche per chiarire che ormai lo spartiacque non è più tra destra e sinistra. Da una parte ci sono i sovranisti e dall’altra i mondialisti. Vittorio Feltri, che interverrà al convegno di Sovranità, ha una impostazione liberale e una storia diversa dalla mia, ma è un interlocutore forte che fa capire che certi temi sono propri di un pubblico sempre più vasto.
Sui social network, insieme a molti messaggi di complimenti e di in bocca al lupo per lei e Roberta Capotosti, non manca qualche post polemico di chi vi accusa di passare a Sovranità in cerca di poltrone. Cosa risponde a queste critiche?
Se uno vuole riciclarsi perché scegliere il percorso più difficile? Io per un po’ ho evitato di fare politica, anche per miei errori del passato. Ora mi rimetto in gioco, senza poltrone o prebende sul tavolo, anche perché i nostri interlocutori non sono leggeri, soprattutto qui al nord, è un partito strutturato che occupa spazi, stiamo facendo un percorso in cui non ci viene regalato nulla. Diamo un contributo e vediamo come andrà.