Roma, 29 gen – Giorgia Meloni non le manda a dire a Matteo Salvini. Dopo la sconfitta di Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna, la leader di Fratelli d’Italia aveva inviato un messaggio chiaro all’alleato leghista: “Serve più gioco di squadra”. E così dopo il distinguo su una campagna elettorale spregiudicata e condotta da Salvini in prima persona, ieri sera la Meloni, ospite da Floris a DiMartedì, si è concessa anche una puntualizzazione politica. “Io sono di destra da sempre, io sono la destra. Sono la storia della destra. Quella di Salvini è tutta un’altra storia”, ha detto rispondendo alla domanda di Myrta Merlino, che le aveva chiesto chi fosse più di destra tra lei e Salvini.
Il distinguo sulla citofonata
Un’altra prova di come la competizione per la futura leadership del centrodestra (o destra-centro) sia piuttosto vivace, soprattutto ora che l’alone di infallibilità dell’ex ministro dell’Interno inizia a scricchiolare, mentre Fratelli d’Italia continua a crescere nei consensi. Stando ad alcuni sondaggi pubblicati ieri sera il partito di Giorgia sarebbe addirittura al 12% nazionale. E così nel corso della puntata la Meloni, pur sottolineando il problema della sicurezza e la violenza dei centri sociali, ha ribadito che non avrebbe fatto la scenetta del citofono per non alimentare il “rischio di emulazione”.
“Non voglio uscire dall’Ue ma nemmeno starci in ginocchio”
Stoccata dalla leader di Fdi anche nei confronti dell’esperienza di governo gialloverde. “Hanno fallito presentando una manovra ridicola. Non puoi spendere tutti quei soldi in deficit per pagarci il reddito di cittadinanza. Se ti presenti in Europa ricordandoti che sei l’Italia non l’ultimo paesello. Io penso che ci debbano rispettare. Tra uscire dall’Unione europea, proposta che non ho mai fatto, e stare in ginocchio nella Ue come fa l’attuale governo c’è tutta una gamma di possibilità”.
Davide Romano