Roma, 2 giu – Oggi nella capitale, all’Hotel dei Congressi all’Eur, è stato inaugurato il partito Ricostruzione Nazionale. Questo nuovo soggetto politico non si dà etichette, ma i suoi princìpi informatori sono di chiara matrice identitaria e sovranista. Tra i relatori intervenuti alla conferenza, figuravano anche Luca Locci, segretario del partito e candidato sindaco alla Spezia «oltre la destra e la sinistra», Paolo Gibilisco, promotore dell’appello dei 300 docenti universitari contro il green pass, Giuliano Lancioni, professore di lingua e letteratura araba a Roma Tre, Pier Paolo Dal Monte, chirurgo, firma del Fatto Quotidiano e coautore del libro Immunità di legge contro l’obbligo vaccinale, e Maria Micaela Bartolucci di Frontiere: laboratorio per la demondializzazione.
Contro il mondialismo e il Grande Reset
«Ricostruzione Nazionale nasce da un’esigenza e da una consapevolezza: l’esigenza di dare una risposta politica all’agenda mondialista, la consapevolezza che è in atto, ormai da decenni, una vera e propria guerra che ha portato alla distruzione dei fondamenti della civiltà occidentale. Sulle macerie lasciate dalla devastazione liberale è compito di ognuno di noi ricostruire», si può leggere nel manifesto del partito. Secondo i suoi fondatori, una ricostruzione nazionale sarà possibile solo se si opporrà radicalmente «all’ideale dell’oligarchia finanziaria transnazionale», la quale «attraverso la teorizzazione di un Grande Reset, del transumanesimo, della scientocrazia, della tecnocrazia e grazie al rafforzamento senza precedenti della sorveglianza e del controllo, sta costruendo il suo mondo distopico, fatto di esseri umani fabbricati in serie, individui apolitici, apolidi ed asociali che si muovono in una società oleosa che ne ostacola ogni relazione».
Nazione, libertà e sovranità
Ricostruzione Nazionale, proseguono i fondatori del partito, rifiuta «i dogmi che cercano di imporci: mondializzazione, socialmente corretto, scientismo, massificazione, individualismo, virtualizzazione del reale, teoria gender, isolamento, impoverimento culturale e materiale… fino ad arrivare alla medicalizzazione del dissenso ed all’induzione medicalizzata del consenso». Il partito, quindi, «rappresenta il punto di convergenza di differenti forze e organizzazioni che, attraverso percorsi ideologici diversi, hanno deciso di unirsi per contrastare il nemico comune, per riaffermare il concetto di Nazione, di sovranità come unica via d’uscita dalla barbarie economica, culturale, sociale e politica».
Gli obiettivi di Ricostruzione Nazionale
Il nostro, si legge ancora nel manifesto, «è un ideale di appartenenza ad una comunità che rimette la Politica al centro della vita sociale ed istituzionale, una Politica che non sia serva né dell’economia, né della scienza, né della tecnica ma, al contrario, che le trasformi in utili strumenti per migliorare le condizioni di vita del popolo: l’opposto di quanto fatto fino ad ora dai governi tecnici, o fintamente politici, che si sono succeduti». Ricostruzione Nazionale, quindi, «è una comunità militante che unisce una solida teoria politica ad una prassi altrettanto solida. Dalla protesta alla proposta attraverso l’azione e la formazione».
Valerio Benedetti
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