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Ucraina, tutti snobbano il premier più snob. Sogni d’oro Draghi

by Eugenio Palazzini
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Ucraina Draghi, assente

Roma, 10 mar – Con Mario Draghi l’Italia è finalmente credibile e tornerà protagonista sulla scena internazionale. La ricordate questa cantilena uggiosa? Ma certo che la ricordate, fino a qualche mese fa era talmente battente sui grandi media da far sbiadire i commenti social sul Covid. A tal punto che lo stesso premier venuto dal pianeta Bce se la suonava da solo: “Italia in ripresa, ruolo centrale sulla scena internazionale”, disse senza indugio, tra gli applausi scroscianti degli stessi grandi media. Non ci voleva la guerra in Ucraina (non ci voleva in generale, superfluo rimarcarlo) per cogliere il nesso di questa vuota retorica.

Ucraina, il grande assente: SuperMario Draghi

Eppure adesso anche i più ottusi incensatori di SuperMario dovrebbero aprire gli occhi di fronte al lassismo prodotto sin qui dal nostro primo ministro, nella partita diplomatica che può “semplicemente” decidere il destino dell’Europa. Per comprenderlo basterebbe osservare quanto sta accadendo nelle ultime ore, con Macron e Scholz che tentano in tutti i modi di mediare con Putin, mentre Draghi sonnecchia svogliato dietro le quinte. Certo, qualche indefesso apologeta delle gesta draghiane (a proposito, quali gesta? Quali incredibili riforme in questo lungo anno di torpore?) potrà facilmente alzare la manina e proferire amenità sull’Italia ancora in fieri, per l’ennesimo capitolo della serie work in progress nel microcosmo di una classe politica troppo a lungo costellata di impercettibili walking in dead.

Il premier più snob? Snobbato da tutti

Epperò c’è un però, come dicono quelli bravi ad aprire nuovi capitoli: nessuno lo vede Draghi. Perché se non ti muovi, a prescindere dalla stima vera o presunta nei tuoi confronti, nessuno ti considera. Così il premier più snob di sempre viene snobbato. Presentatoci addirittura come il “successore della Merkel”, al tavolo della diplomazia non lo invita nessuno. Nemmeno più la gentile concessione di una videocall via Zoom, di quelle che vanno tanto di moda ai tempi dello smart working.

Prova ne sia quanto accaduto due giorni or sono, quando per discutere della guerra in Ucraina si è svolta una videoconferenza con quattro leader di altrettante nazioni: il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, quello francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier Boris Johnson. Al “povero” Draghi neanche un vocale su WhatsApp. Sbadata svista? Non proprio, per non sbagliarsi anche oggi Macron e Scholz hanno telefonato a Putin, bypassando il citato successore della Merkel.

D’altronde, faranno notare i soliti arguti commentatori, Francia e Germania hanno più voce in capitolo delle altre nazioni europee. Senza dubbio, signori, anche d’estate fa caldo e d’inverno capita che nevichi. Eppure, sempre per non sbagliarsi, domani sarà il turno anche del presidente della Finlandia, Sauli Niinisto, che avrà un colloquio telefonico con Putin. Fosse davvero una barzelletta scolastica – “ci sono un francese, un tedesco e un finlandese…” – potrebbe pure strapparci una risata a denti stretti. Non lo è affatto, purtroppo.

Eugenio Palazzini

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4 comments

Loscuro 11 Marzo 2022 - 11:20

..mario sfiga & speranza morti + bibita esteri non vengono nemmeno visti…come la ursula grand ladren non hanno sedie, ma solo strapuntini..

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Ucraina, tutti snobbano il premier più snob. Sogni d'oro Draghi - notizie.lazio.it 11 Marzo 2022 - 12:04

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