Bruxelles, 14 gen – Il 30 novembre 2020 la Commissione europea aveva firmato un contratto segreto per la fornitura del vaccino anti-Covid con CureVac, un’azienda di biofarmaceutica specializzata nello sviluppo di terapie basate su mRNA, domiciliata nei Paesi Bassi ma con sede a Tubinga in Germania. Siglando cinque accordi per la fornitura di vaccini, l’Ue si era accaparrata un totale di 2 miliardi di dosi da ripartire tra i vari Paesi membri. Il contratto firmato con CureVac, in particolare, aveva assicurato all’Europa un totale di 225 milioni di dosi di vaccino.

50 minuti per visionare il contratto del vaccino

Ebbene, secondo quanto rivelato ad Agi dall’eurodeputato belga, Marc Botenga i primi eurodeputati a cui era stato concesso visionare il contratto confidenziale di fornitura del vaccino avevano «50 minuti a disposizione per leggere decine di pagine», un lasso di tempo «che non permette di cogliere le clausole e le eccezioni». Alla faccia della trasparenza.

Vietati smartphone e computer

Non solo. L’esponente del gruppo parlamentare La Sinistra e del Partito del Lavoro del Belgio afferma di aver dovuto «lasciare fuori smartphone e computer prima di entrare nella stanza» dove ha potuto leggere frettolosamente il contratto e «prendere appunti a mano». Lo stesso metodo applicato nel contesto degli «accordi commerciali Ttip con gli Stati Uniti», decisamente «il contrario della trasparenza», fa notare Botenga.

Il contratto mostrato ai deputati non è nella sua versione integrale

Il contenuto del contratto è secretato, quindi gli eurodeputati sono tenuti a non rivelare alcunché. Per accedere al testo è necessario infatti firmare «una dichiarazione di riservatezza». Con questa procedura, denuncia l’eurodeputato, «la Commissione ha privatizzato la trasparenza, lasciando decidere alle case farmaceutiche» le modalità di accesso ai contratti. Inoltre, la versione del contratto sul vaccino fornita agli eurodeputati che ne fanno richiesta non è integrale ma spogliata delle informazioni più sensibili. Mostrare agli eurodeputati il contenuto del contratto «non è comunque un’iniziativa della Commissione europea, ma dell’azienda CureVac. E per me questo è il problema», conclude Botenga.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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