Roma, 3 nov – Per il caro bollette il governo Meloni riparte da un’elemosina. Purtroppo, dopo una settimana di buoni provvedimenti e di discrete iniziative, l’esecutivo deve fare i conti con le classiche “coperte corte” – perfino per un’emergenza gravissima – e sui sostegni non si discosta dalle cifre – misere – che venivano elargite durante il mandato di Mario Draghi.
Bollette, l’ennesima elemosina
Il caro bollette dunque si affronta con un’elemosina. Non si può fare diversamente, finché non si mette mano ad una spesa pubblica che sembra una parolaccia per tutti, schiacciata e vincolata nei “soliti limiti europei” che ben conosciamo. Come riporta l’Ansa, è lo stesso premier Giorgia Meloni ad ammettere l’esiguità dell’intervento. Così infatti si esprime il presidente del Consiglio: “I pochi soldi che ci sono serviranno a coprire il taglio delle bollette per chi è in difficoltà”. Quanti sono questi “pochi soldi”? Gli ancora una volta “soliti” dieci miliardi. Che potrebbero essere 15, considerando il “tesoretto” di minor deficit lasciato da Draghi. In ogni caso, i calcoli sono ancora in corso al ministero, ma la fascia d’intervento sarà quella.
Pil in crescita, nuovi aiuti previsti la prossima settimana
La buona notizia riguarda la stima sul Pil nazionale nel terzo trimestre, un +0.5% che permette se non altro di respirare, insieme al buon andamento dei conti pubblici. Questo dovrebbe aiutare il “tesoretto” e la possibilità di spendere ancora qualcosina in più (uno spazio compreso tra i 15 e i 19 miliardi, secondo quanto riportato). La manovra economica dovrebbe essere sui 40 miliardi con una dote in deficit intorno ai 21, mentre un nuovo pacchetto di aiuti è atteso per la prossima settimana: con esso si prorogheranno fino a fine anno i crediti di imposta per le imprese energivore e lo sconto benzina, ovvero la fonte che più è stato tenuta sotto controllo dalle scheggie impazzite dei mercati nell’ultimo anno.
Alberto Celletti
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