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Braccio di ferro con l'Ue, Salvini: "La manovra non cambia". Ma Savona non ci sta

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 22 nov – “Noi passi indietro non ne facciamo“. Parola del vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervenuto a Uno Mattina, su Rai 1, in merito al braccio di ferro tra il governo gialloverde e l’Unione europea sulla manovra.
“Abbiamo messo soldi sulla sanità, assumiamo mille ricercatori universitari. Non abbiamo messo soldi a caso, c’è un’idea di Italia che cresce. Se poi con Bruxelles si ragiona sugli investimenti e sulla tutela del territorio, chiederemo di spendere per gli italiani i soldi degli italiani”, spiega il leader della Lega. “Il risparmio privato non si tocca, semmai si può vendere qualche immobile pubblico“, precisa il vicepremier.
E lo spread? “Lo spread che sale non corrisponde alla vita e all’economia vera del Paese. In cinque mesi abbiamo fatto tanto e abbiamo molto consenso, non vorrei che qualche speculatore volesse ostacolarci a tutti i costi“.
Intanto, oggi pomeriggio ci sarà l’informativa urgente del presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla Camera sulla bocciatura della legge di Bilancio da parte della Commissione europea.
Secondo fonti di Palazzo Chigi, sarà l’occasione per ribadire anche la fiducia nel dialogo con l’Ue. Dal canto suo, Bruxelles vede un “non rispetto particolarmente grave” delle regole di bilancio, aprendo la strada alla procedura d’infrazione per deficit eccessivo basata sul debito.
Sabato poi il premier si presenterà dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a cena, con un corposo faldone, nel tentativo di spiegare la bontà della manovra. Il tutto, però, senza modifiche ai saldi. Cifre alla mano, si limiterà a descrivere le misure, a partire dal piano di dismissioni di immobili dello Stato – probabilmente via Cassa depositi e prestiti – da “decine di miliardi” per ridurre il debito.
Poi la parola starà a Juncker (con l’auspicio che la cena sia analcolica).
Per provare a evitare in extremis la procedura d’infrazione o quantomeno rallentarne i tempi e ridurne l’impatto. Il governo Lega-M5S, insomma, punta ad evitare la richiesta di una manovra correttiva da decine di miliardi prima delle elezioni europee.
Ecco perché la missione di Conte è quella di allentare la tensione, magari chiedendo a Bruxelles di tranquillizzare i mercati “rassicurando sui fondamentali dell’Italia”. E poi – secondo quanto riportano fonti di Palazzo Chigi – si metterà al telefono con le cancellerie europee. Perché una procedura d’infrazione a manovra non approvata in Parlamento non si era mai vista in Europa e i gialloverdi pensano sia stata decisa “non solo per punire un governo, ma per educarli tutti”.
L’importante è che il dialogo con l’Ue sia concreto e non un muro contro muro come è stato finora (complici anche certe dichiarazioni del commissario Ue per gli Affari economici Pierre Moscovici, che spesso ha attaccato frontalmente il governo italiano). Un confronto vero è anche l’auspicio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto pervenire al governo.
Se Salvini stamattina si è affrettato a ribadire che la manovra non si tocca e che il governo reggerà la botta, il ministro per gli Affari europei Paolo Savona invece è scettico. “Così non reggeremo a lungo“, ha detto ieri, lasciandosi scappare un “non ha più senso andare avanti e la manovra com’è non va più bene: è da riscrivere“. Savona infine ha anche condannato i “sovranismi” che “quasi certamente” danneggeranno lo sviluppo globale.

Parole tutt’altro che in linea con il governo Lega-M5S (e che di certo non esprimono gratitudine per una maggioranza che ha fatto di tutto per avere Savona ministro, ai tempi del braccio di ferro con Mattarella). Forse però il navigato economista prevede che il dialogo con l’Ue, la mediazione di Conte, le ragioni del ministro dell’Economia Giovanni Tria non basteranno a ricucire con Bruxelles.
Il dato politico è che magari i gialloverdi vogliano tirare per le lunghe il braccio di ferro. Magari per arrivare alle europee cavalcando l’onda dell’euroscetticismo, inchiodando i tecnocrati di Bruxelles alle loro responsabilità: impedire a un Paese sovrano di provare a ripartire, di rilanciare la crescita (facendo un po’ di sano debito).
Adolfo Spezzaferro

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5 comments

Laura 22 Novembre 2018 - 12:12

forse… semplicemente… dovremmo uscire dall’euro???

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Cesare 22 Novembre 2018 - 3:19

Veramente una grande delusione il vecchio Savona.Sembra che preferisca il mondo apolide e senza nazioni sovrane in mano alla dittatura finanziaria oligarchica straniera.Questi creano il denaro privato dal nulla con la proprietà delle banche centrali private (come BCE , bankitalia,etc,etc) e delle banche tutte private oramai in Italia e quasi tutte private anche all’ estero.E pensare che con le banche pubbliche e banca d’italia pubblica fino al 1992 l’Italia era arrivata ad un prodotto lordo n.4 al mondo e aveva superato l’Inghilterra!!Ovviamente non ci è stato perdonato e i traditori nostrani hanno fatto svendere le banche pubbliche che detenevano anche la quota di maggioranza di bankitalia.E pensare che fu Mussolini a fare le banche pubbliche nel 1935 levandole ai plutocrati stranieri ; cio’ ci costò le sanzioni del 1936 con l’isolamento e la necessità di dover fare la guerra per la nostra sovranità.I plutocrati ben sapevano che ci avrebbero vinto e colonizzato dato l’enorme potenziale industriale e umano che controllavano.Oggi grazie a molti paesi che si stanno ribellando alla usocrazia, c’è una possibilità di tornare sovrani che và colta senza esitazioni

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Luca 22 Novembre 2018 - 11:25

Io non voglio uscire dall’euro se i traghettatori sono questi cialtroni del m5s
Il reddito di cittadinanza….

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Luca 23 Novembre 2018 - 12:53

Salvini può fare il ministro dell’interno ma quando parla di economia è imbarazzante quasi quanto Di Maio

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RAZZA Claudio 23 Novembre 2018 - 10:55

Tenere duro,non é facile,io vivo in francia e il 98% delle testate d’informazione scrivono balle. Sono contro Salvini ,che il descrivono Come il nuovo DUCE,ma molti francesi sono ha favore,sperano che l’italia tenga duro, anche qui ne hanno piene le balle di Bruxelles.
La cosa che mi ha fatto orrore è che tutti gli aiuti in denaro che gli europei,quindi anche noi italiani,fanno ha favore del’ africa,la meta resta alla banca di francia,il motivo,sono loro che stampano le monete africane,500000 euro donati stampano per 250000 euro in moneta africana,gli altri 250000 li tengono come garanzia. Cosi Con questo gioco hanno più di 10000000 di euro che creano interessi a loro favore. E una vergogna, la cmissione li non apre nessuna infazione per escroquerie un bande de malfaiteurs ( come dicono qui ) A NOI BOIA CHI MOLLA

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