Roma, 1 giu – Giovanni Brusca, uno dei boss più sanguinari della mafia è un uomo libero: lascia il carcere dopo 25 anni. L‘esecutore materiale della strage di Capaci, in quanto pentito e grazie alla collaborazione con la giustizia ha avuto uno sconto di pena e a 64 anni è uscito di prigione. La notizia ha scatenato lo sdegno di politici e parenti delle sue vittime, ma tant’è: la libertà di Brusca, ex fedelissimo di Totò Riina, è prevista dalla legge.
Brusca è libero dopo 25 anni di prigione
L’ex killer di Cosa nostra che il 23 maggio 1992 azionò il telecomando per la strage di Capaci, “u verru” (il porco), come era soprannominato negli ambienti mafiosi, ha lasciato il carcere di Rebibbia ieri sera. Brusca è stato scarcerato per effetto della legge del 13 febbraio del 2001 grazie alla quale per lo Stato italiano ha finito di scontare la propria pena detentiva. Avendo scelto di collaborare con la giustizia ha ottenuto gli sconti di pena previsti dalla legge.
Maria Falcone: “Notizia mi addolora ma è la legge, peraltro voluta da mio fratello”
“Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata – dice Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone -. Mi auguro solo che la magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno”.
“Probabilmente il suo patrimonio non è stato tutto confiscato”
“La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle rivelazioni di Brusca, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato. Non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue”, avverte Maria Falcone.
Tina Montinaro: “Sono indignata, lo Stato ci rema contro”
“Sono indignata, sono veramente indignata. Lo Stato ci rema contro. Noi dopo 29 anni non conosciamo ancora la verità sulle stragi e Giovanni Brusca, l’uomo che ha distrutto la mia famiglia, è libero. Sa qual è la verità? Che questo Stato ci rema contro. Io adesso cosa racconterò al mio nipotino? Che l’uomo che ha ucciso il nonno gira liberamente?…”. Tina Montinaro è la vedova di Antonio Montinaro, il caposcorta di Falcone. “Dovrebbe indignarsi tutta l’Italia e non solo io che ho perso mio marito – dice in un’intervista all’AdnKronos – Ma non succede. Queste persone vengono solo a commemorare il 23 maggio Falcone e si ricordano di ‘Giovanni e Paolo’. Ma non si indigna nessuno”. Per Tina Montinaro, che è in polizia e gira per le scuole per raccontare chi era il marito, tutta la Sicilia “dovrebbe scendere in piazza”. “Sono davvero indignata e amareggiata – dice -. Quando questi signori prendono queste decisioni, come la scarcerazione di Brusca, non pensano a noi familiari, non pensano alle vittime“.
“Cosa c’è sotto? A noi la verità non è stata detta”
“Lo Stato non sta dando un grande esempio – è l’accusa della Montinaro -. Abbiamo uno Stato che ha fatto memoria per finta. Mancano le parole. Cosa c’è sotto? A noi la verità non è stata detta e lui è fuori e loro continuano a dire perché ha collaborato… E’ incredibile. O ha detto una verità che a noi non è stata raccontata“. In conclusione, per la vedova del caposcorta di Falcone, “c’è una giustizia che non è giustizia, allora è inutile cercare Matteo Messina Denaro, noi continuiamo a fare memoria, mi sa che c’è uno Stato che ci rema contro, una politica che ci rema contro…”.
Salvini: “Non è questa la ‘giustizia’ che gli italiani si meritano”
Sul fronte della politica, a condannare fermamente la liberazione dell’ex killer di Cosa nostra è Matteo Salvini. “Autore della strage di Capaci, assassino fra gli altri del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido perché figlio di un pentito. Dopo 25 anni di carcere, il boss mafioso Giovanni Brusca torna libero. Non è questa la ‘giustizia’ che gli italiani si meritano“, dice il leader della Lega.
Meloni: “Sconfitta per tutti, vergogna per l’Italia intera. Solo le vittime, in Italia, scontano una pena senza fine”
Dure anche le parole di Giorgia Meloni: “Il boss di Cosa nostra Giovanni Brusca – lo ‘scannacristiani’ che ha ‘commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti’, ha fatto saltare in aria il giudice Falcone e la sua scorta e ha ordinato di strangolare e sciogliere nell’acido il piccolo Di Matteo – è tornato libero. E’ una notizia che lascia senza fiato e fa venire i brividi. L’idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere sono troppo pochi per quello che ha fatto. E’ una sconfitta per tutti, una vergogna per l’Italia intera. Solo le vittime, in Italia, scontano una pena senza fine“.
Carfagna: “Scarcerazione inevitabile ma moralmente impossibile da accettare”
“La scarcerazione del ‘pentito’ Giovanni Brusca è un atto tecnicamente inevitabile ma moralmente impossibile da accettare – scrive su Twitter Mara Carfagna, ministro di Forza Italia per il Sud e la Coesione territoriale – Mai più sconti di pena ai mafiosi, mai più indulgenza per chi si è macchiato di sangue innocente. Sono vicina ai parenti delle vittime, oggi è un giorno triste per tutti”.
Dalla Chiesa: “Vergogna di Stato”
“A 64 anni ha la capacità di tornare a essere immediatamente efficiente, vero è che resta in libertà vigilata per quattro anni ma ricordo che ci sono 70enni che continuano a guidare i sodalizi mafiosi”, sottolinea il presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra. Per Rita Dalla Chiesa “la scarcerazione di Giovanni Brusca è una vergogna di Stato. Sono sconvolta per quanto accaduto – dichiara all’AdnKronos -. Non mi aspettavo l’ennesima vergogna della giustizia in Italia”.
Letta: “Pugno nello stomaco”
La scarcerazione di Brusca “è stato un pugno nello stomaco che lascia senza respiro e ti chiedi come sia possibile“. Così il segretario del Pd Enrico Letta, ai microfoni di Rtl 102.5. “La sorella di Falcone ricorda a tutti che quella legge applicata oggi l’ha voluta anche suo fratello, che ha consentito tanti arresti e di scardinare le attività mafiose”, aggiunge Letta, “ma è un pugno nello stomaco”.
Adolfo Spezzaferro
3 comments
PORK……
non mi pare che le sue vittime siano risorte:
fin quando loro restano sottoterra,anche lui DEVE restare dentro.
A MENO CHE non si voglia dare una possibilità ai parenti delle vittime,immagino:
una possibilità di farsi giustizia,visto che questa pagliacciata di stato non sa nemmeno che cosa sia.
Ma se sono già 10-15 anni che questo “porco” è in libertà perché solo ora tutti gridano allo scandalo, perché? Sono anni e anni che gode della libertà ed io li sapevo ma tutti facevano finta di non sapere. Vergognatevi
Quante memorie corte…, ma la legge vergognosa sui pentiti chi la ha mai davvero osteggiata? Molta professionalità quel giorno è andata a farsi benedire per sempre!