Home » Bus incendiato, il dirottatore senegalese non sentiva le voci. La perizia: “Era sano di mente”

Bus incendiato, il dirottatore senegalese non sentiva le voci. La perizia: “Era sano di mente”

by Cristina Gauri
1 commento
bus incendiato sy

Milano, 30 giu – Con la storia dell’infermità mentale Osseynou Sy non ha convinto nessuno. Il 47enne senegalese era capace di intendere e di volere quando il 20 marzo 2019 sequestrò e incendiò un bus a San Donato Milanese con a bordo 50 studenti, due insegnanti e una bidella della scuola media Vallati di Crema, mettendo “in atto un’azione di cui ben si rappresenta il significato e che porta avanti in maniera del tutto consapevole”. Una strage sfiorata per un pelo, evitata solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine; una vicenda che ora vede Sy imputato per sequestro di persona, incendio, resistenza e lesioni personali con l’aggravante della finalità terroristica. Sy si era giocato la carta dell’infermità dichiarando di avere compiuto il gesto sentendo “le voci dei bambini che stavano morendo nel Mediterraneo”, che lo imploravano di fare “qualcosa di clamoroso affinché questo non accada più”.

La perizia

Dopo l’emergenza Covid, a luglio riprenderà finalmente il processo. Le prossime udienze sono state fissate per l’8 e il 13 luglio, giorno in cui potrebbe arrivare la sentenza. Secondo gli psichiatri Renato Ariatti e Franco Martelli, autori della perizia che era stata richiesta dalla Corte d’Assise di Milano, Sy non è affetto “da alcun disturbo psichiatrico inquadrabile in una diagnosi codificata” e “non è stato possibile derivare l’esistenza, all’epoca dei fatti, di uno scompenso di natura psicopatologica avente correlazione causale con le condotte antigiuridiche, di cui ai capi di imputazione, tale da potersi configurare vizio di mente per infermità”. E ancora “si fatica a vedere una infermità di mente alla base della dinamica e della genesi del fatto. Non vi è alcuna rottura con il contesto reale, che ponga l’uomo in una situazione tale da impedirgli condotte alternative e più adeguate sul piano delle convenzioni sociali e del rispetto della legge”.

Traumatizzati per sempre

L’avvocato Antonino Ennio Andronico, legale di parte civile delle famiglie di tutti i ragazzini presi in ostaggio sul bus, ha spiegato che “si è trattato di un atto terroristico nei confronti di cittadini inermi. È difficile che i bambini dimentichino anche se si cerca di farlo”. Gli alunni soffrirebbero ancora di ansia, mancanza di concentrazione, disturbi del sonno, pianti e depressione come conseguenza del trauma subito. Secondo quanto emerso fino ad ora dalle indagini, Sy voleva portare a termine una strage sulla pista dell’aeroporto di Linate, per condizionare la politica in materia di immigrazione e “intimidire la popolazione”. Decisivo per gli accertamenti il video, lungo 37 minuti e postato su Youtube, in cui il senegalese problamava: “Viva il panafricanesimo, combattiamo i governi corrotti e critichiamo la politica europea che sfrutta l’Africa”.

Cristina Gauri

You may also like

1 commento

Cesare 30 Giugno 2020 - 8:32

Da rimandare a calci nel culo nel suo paese, come farebbe come minima pena il Senegal se un italiano facesse le follie che ha fatto questo.Ma i fessi dobbiamo esserlo solo noi?

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati