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Camping River, iniziato lo sgombero dei rom. Salvini scavalca la Corte Ue

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 26 lug – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha disposto lo sgombero del campo rom abusivo di Camping River a Roma.
La decisione arriva a causa “dell’emergenza igienico sanitaria che è interesse preminente” e non tiene conto della richiesta di stop fino a venerdì alle operazioni di sgombero arrivata dalla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che aveva accolto il ricorso dei rom presenti nel campo.
Stamattina poco prima delle sette i vigili urbani, guidati dal comandante Antonio Di Maggio, si sono presentati in forze all’insediamento abusivo sulla Tiberina in cui vivono almeno 150 rom per liberare l’area dagli occupanti illegali e mettere i sigilli.
Presenti anche carabinieri e polizia pronti ad intervenire in caso la situazione precipitasse. Un dispiegamento di circa 250 unità per un’operazione di sgombero che avrà ripercussioni legali, visto che alcuni rom hanno contattato le associazioni e gli avvocati che avevano ottenuto la richiesta di stop da Strasburgo.
Proprio ieri, al vertice per la sicurezza con il sindaco di Roma Virginia Raggi, il ministro dell’Interno aveva anticipato: “Non sarà la Corte europea di Strasburgo a bloccare la soluzione di un problema di ordine pubblico“.
Una volta sgomberati gli abusivi, interverrà l’Ama per bonificare e mettere in sicurezza l’area.
Fallito anche il tentativo da parte di rappresentanti del Dipartimento Servizi Sociali di convincere gli occupanti ad accettare assistenza alloggiativa e sgomberare l’area senza il ricorso alla forza pubblica.
Al vertice con la Raggi, Salvini ha spiegato la linea del Viminale sui campi nomadi e sulla comunità rom: “Noi chiediamo semplicemente parità di diritti e doveri: i bambini devono andare a scuola, le auto devono essere assicurate e va fatta la dichiarazione dei redditi. I roghi tossici non fanno parte della legalità“. Mentre la Raggi ha sottolineato: “Chi pensa che per chiudere o superare un campo ci vogliano due giorni non conosce la situazione o è in malafede. A Roma questa situazione dura da 10 anni, in cui si sono creati dei ghetti. Per smantellarli ci vuole un’azione seria, di sistema”.
Poi la prima cittadina della Capitale ha annunciato: “Già ieri abbiamo risposto alla Corte europea dei diritti dell’uomo, in meno di 24 ore”. Il Campidoglio nella sua comunicazione a Strasburgo ha riepilogato le soluzione alternative allo sgombero del campo abusivo – dal contributo per l’affitto per due anni fino ai rimpatri – offerte nell’ultimo anno ai rom, che hanno rifiutato ogni opzione.
Sulla gestione dei campi rom e dei nomadi in generale, la Raggi e Salvini, al di là delle parole di rito sulla piena disponibilità a collaborare, la posizione del sindaco di Roma è più “morbida”, e propone “la terza via”, fatta di “fermezza insieme all’accoglienza”. Ma per il titolare del Viminale, “ci possono essere la terza, la quarta, la quindicesima via, il tema è il ripristino della legalità“. Per il ministro, la realtà dei campi nomadi è una “sacca minoritaria di resistenza parassitaria“, ossia “30 mila rom che vivono nei campi, a fronte dei 150 mila integrati in Italia“.
Durante il vertice, la Raggi ha ricordato anche l’esigenza del Campidoglio di aumentare l’organico della Polizia municipale “sotto di circa tremila unità” e con la necessità “di avere agenti più giovani perché l’età media è alta”. E poi ha richiesto un supporto da parte delle forze dell’ordine sui roghi tossici. Dal canto suo, il ministro ha assicurato di essere pronto a supportare il Campidoglio con l’invio di più uomini nelle periferie. Si ipotizza anche di coinvolgere il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per affrontare l’emergenza dei fumi sprigionati dalla combustione di materiali inquinanti.
Infine c’è stato anche un passaggio sui problemi riscontrati nei Municipi per rilasciare la carta di identità elettronica: attualmente le prenotazioni procedono a rilento ed in alcuni casi è necessario aspettare anche tre-quattro mesi.
Adolfo Spezzaferro

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