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Cena Conte-Salvini-Di Maio, il governo non teme la bocciatura Ue

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 23 ott – Come ampiamente anticipato dalle minacce dei vari tecnocrati di Bruxelles all’Italia, la Ue boccerà la nostra manovra. Il governo gialloverde quindi si prepara ad assorbire il colpo, consapevole dell’inutilità della lettera che il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha inviato alla Commissione Ue per spiegare la bontà della legge di Bilancio.
Ieri quindi, dopo i vari vertici, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sono andati a cena in trattoria per fare il punto su come muoversi rispetto all’ostilità ormai conclamata dell’Ue.
Il ministro dell’Interno già guarda avanti: “Non un’eventualità ma è pressoché certo“, risponde a chi gli chiede se prevede una bocciatura da Bruxelles. “Ma noi siamo convinti che il Paese crescerà. Si va avanti nel rispetto del parere di tutti. L’Europa fa le sue scelte, noi le nostre. Penso che le stime del Pil siano inferiori a quello che sarà. I numeri sono lì da leggere. Penso che 15 miliardi di investimento siano un fatto positivo per il Paese e per i nostri figli. Sono straconvinto che rivedere la legge Fornero, abbassare le tasse sulle partite Iva e il reddito di cittadinanza siano strumenti positivi”.
Ma i tre leader del governo non hanno discusso soltanto di Ue e di come evitare le ripercussioni dello spread sul sistema bancario italiano, esposto alla speculazione. A proposito del dl fiscale, rivisto dopo le proteste dei 5 Stelle, Salvini ha parlato di un decreto “positivo che il Parlamento può anche migliorare se vorrà”. E a proposito della famigerata “manina” che avrebbe cambiato il testo dopo la sua approvazione, “Stasera manco ha pagato il conto”, ci ha scherzato su il vicepremier. “Ha offerto Conte. Avevamo tanta fame, questo è certo”. “Non ho mai smesso di fidarmi di Di Maio. Né di lui né di Conte“, ha aggiunto poi il leader della Lega, “L’incazzatura passa. Capita a tutti di arrabbiarsi quando ci si sente ingiustamente tirati in causa”.
Sul tavolo del ristorante Da Sabatino, poco distante da Palazzo Chigi, non solo tagliatelle cacio e pepe ma anche la questione delle nomine, a partire da quella della presidenza della Consob. Ma anche quella dei direttori dei tg Rai (con Tg1 e seconda Rete in quota M5S e la direzione di Raiuno e quella del Tg2 che dovrebbero andare in capo alla Lega). Passando per i vertici dei servizi.
“Stasera abbiamo parlato delle cose da fare: sono tante”, ha confermato Salvini, secondo cui quella è stata una “cena cordiale, utile per parlare di manovra, sicurezza, immigrazione, banche e lavoro”. “Clima costruttivo, andiamo avanti compatti“, ha detto.
Il governo quindi non arretra sul fronte deficit. “Reddito di cittadinanza e quota 100 non cambiano”, ha ribadito il vicepremier. Certo, come consigliato da Tria, esiste la possibilità di “snellire” fin da subito il testo della manovra, ma senza eliminare le principali misure, bensì scrivendole in modo tale da ridurne l’impatto sul tetto deficit/Pil. Sarebbero due le modalità per attuare le correzione in extremis: ridurre la platea di provvedimenti come quota 100 e reddito di cittadinanza o rinviare l’avvio delle due misure.
Adolfo Spezzaferro

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