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Cina, fuga di batteri da azienda biofarmaceutica. Oltre 3mila ammalati di brucellosi

by Adolfo Spezzaferro
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Pechino, 18 set – Una fuga di batteri da un’azienda biofarmaceutica nel nord-ovest della Cina ha causato il contagio di oltre 3mila persone, risultate positive alla brucellosi. La notizia dapprima riportata dai media locali è stata ripresa dalla Cnn. La Commissione sanitaria di Lanzhou, capoluogo della provincia di Gansu, ha confermato che 3.245 persone hanno contratto la malattia, spesso causata dal contatto con il bestiame portatore del batterio. Altre 1.401 persone sono risultate positive, anche se non sono stati segnalati decessi, ha precisato la Commissione sanitaria della città. In totale, le autorità hanno testato 21.847 persone su 2,9 milioni di abitanti di Lanzhou.

La fuga dei batteri e l’aria contaminata nell’Istituto di ricerca veterinaria

Per quanto riguarda la dinamica dell’incidente, si sarebbe verificato nel laboratorio Zhongmu Lanzhou di Lanzhou, che aveva utilizzato un disinfettante obsoleto e scaduto nel luglio-agosto 2019 mentre era impegnato nella produzione di vaccini anti-brucellosi per animali. Questo ha determinato che la sterilizzazione fosse incompleta mentre i batteri erano ancora presenti nelle emissioni di gas dell’impianto. Il gas contaminato si è diffuso nell’aria fino al vicino Istituto di ricerca veterinaria, dove lo scorso dicembre sono risultate positive al batterio 200 persone, creando un primo focolaio. A quel punto sono scattati i test. Da parte sua, il laboratorio si è scusato ma si è visto ritirare la licenza per la produzione di vaccini contro la brucellosi. I pazienti invece riceveranno una ricompensa finanziaria a partire da ottobre.

L’epidemia si è diffusa anche nella provincia vicina

Altri soggetti infetti sono poi risultati tra studenti e docenti dell’Università di Lanzhou. L’epidemia poi si è diffusa anche nella provincia di Heilongjiang, all’estremità nord-orientale del Paese, dove ad agosto 13 casi positivi avevano lavorato nell’istituto veterinario. Nei mesi successivi allo scoppio del focolaio, i funzionari provinciali e municipali hanno avviato un’indagine. A gennaio, le autorità avevano revocato le licenze di produzione di vaccini al’impianto. A febbraio, poi, la fabbrica ha rilasciato delle pubbliche scuse affermando di aver “punito severamente” le otto persone ritenute responsabili dell’incidente.

La malattia è nota anche come febbre di Malta

La malattia, nota anche come febbre di Malta o febbre mediterranea, può causare sintomi tra cui mal di testa, dolori muscolari, febbre e affaticamento. Sebbene questi possano ridursi, alcuni sintomi possono diventare cronici o non scomparire mai, come l’artrite o il rigonfiamento di alcuni organi, secondo quanto riportato dai “Centers for disease control and prevention” (Cdc) degli Stati Uniti. La trasmissione da uomo a uomo è estremamente rara, secondo il rapporto del Cdc. Seppure molto raro, è tuttavia possibile il contagio da madre a figlio attraverso il latte materno, come riporta il sito dell’Istituto superiore di Sanità. La maggior parte delle persone viene infettata mangiando cibo contaminato o respirando i batteri, come sembra essere successo intorno all’impianto biofarmaceutico di Lanzhou.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Fabio Crociato 18 Settembre 2020 - 7:37

A “giocare” sui microbi faticano i giapponesi, figuratevi i cinesi…

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