Verona, 3 mar – Il coronavirus fa sempre più paura, con l’epidemia che dal nord si sta diffondendo in altre aree del Paese. E il rischio del contagio è tale che l’organizzazione del Vinitaly si è vista costretta a rinviare il salone internazionale del vino di Veronafiere. L’importante kermesse quindi non si terrà più dal 19 al 22 aprile, come da calendario stabilito dalla fine della scorsa edizione, ma a giugno, dal 14 al 17. La decisione, non facile e in linea con il recente annuncio del rinvio a data da destinarsi della rassegna tedesca ProWine, arriva dopo giornate di indecisione. Ma alla fine l’allarme che si è diffuso in questi giorni per il Covid-19 e le decisioni emanate da istituzioni, regioni e governo (scuole chiuse, palestre chiuse, eventi sportivi rinviati) ha reso inevitabile il dietrofront. Rimandati anche tutti gli eventi “fuori salone”, da Opera Wine alle serate annesse al Vinitaly.
Pesano anche le numerose disdette
E’ probabile che sulla decisione di rinviare il salone vinicolo abbiano inciso anche le numerose disdette, sia da parte dei produttori che dei compratori. Il clima di incertezza, se non di paura, ha avuto la meglio. Anche perché l‘evento costa tanto, in termini di tempo, risorse umane e prodotti, oltre che di denaro. Complici anche i tagli ai voli sull’Italia e al crollo delle prenotazioni, gli organizzatori alla fine si sono dovuti arrendere all’evidenza. Speriamo che a giugno la situazione sarà cambiata in meglio.
Ludovica Colli