Oltre allo scontro tecnico-sportivo, tuttavia, quello tra la stella del Real e il suo rivale del Barcellona è anche un confronto fra due diversi immaginari. Atletico, bello, apparentemente antipatico Ronaldo laddove Messi è piccolino, ha la faccia da bravo ragazzo e senso delle pubbliche relazioni. Poco importa se poi le voci degli addetti ai lavori dicono che il primo sia molto più affabile del secondo, che invece pare mal sopportare la concorrenza interna e le voci scomode nello spogliatoio.
Di sicuro Messi, al di là delle qualità tecniche indiscutibili, ha tutte le carte in regola per essere quello che Pelé o Zidane sono stati e in parte sono tutt’ora: i campioni “ufficiali” della Fifa, quelli da mettere nelle pubblicità progresso, che creano consenso e non danno problemi. Leo è il ragazzo a cui le mamme consegnerebbero volentieri la figlia per il ballo di fine anno, Cr7 ha decisamente un’altra immagine pubblica, complici anche i gossip piccanti del passato. Del resto l’argentino ha dalla sua anche la storia del bambino sfortunato e della redenzione dalla malattia (l’ipopituitarismo), che in un’epoca umanitarista ha sempre il suo fascino.
C’è, infine, un altro aspetto che appassiona i tifosi di entrambi i campioni e che, curiosamente, si interseca con l’eterna questione mediorientale. Secondo una vulgata del web, infatti, Ronaldo sarebbe un sostenitore della causa palestinese laddove invece Messi propenderebbe per le ragioni di Israele. Qui, tuttavia, la cronaca sconfina abbondantemente nel terreno minato delle leggende metropolitane.
Il mito di un Cr7 “antisionista” è alimentato dalla rete mettendo semplicemente in fila una serie di bufale e qualche mezza verità.
Si inizia con la storia del portoghese che, al termine di un Israele-Portogallo, si sarebbe rifiutato di scambiare la maglia “con degli assassini” (il virgolettato si riferisce alle presunte spiegazioni date dal calciatore negli spogliatoi e di cui, ovviamente, non esiste prova alcuna). I filmati diffusi enfaticamente in rete (vedi video) mostrano solo Ronaldo che lascia il campo, stringendo anzi le mani ad almeno un avversario, senza rifiutare platealmente alcunché.
C’è invece del vero dietro la donazione del calciatore ai bambini di Gaza. Ronaldo ha infatti donato la sua Scarpa d’Oro, che ha ottenuto nel 2011, alla fondazione del Real Madrid. La fondazione a sua volta l’ha venduta all’asta e il devoluto è andato per le scuole di Gaza (anche se in altre occasioni l’attaccante avrebbe effettuato donazioni ai palestinesi senza l’intermediazione della società, per esempio donando 2300 euro ricavati dalla messa all’asta dei suoi scarpini).
La fondazione del Real Madrid è infatti da sempre molto vicina alla popolazione palestinese, con diverse azioni di solidarietà. Ma va detto che la società madridista ha contribuito alla costruzione di 167 scuole in 66 paesi. Tra i quali figura anche Israele.
Insomma, calcisticamente parlando Cristiano Ronaldo è sicuramente una leggenda. La sua presunta militanza nazionalrivoluzionaria è invece una leggenda… metropolitana.
Adriano Scianca