Roma, 16 gen – Non è decisamente un buon periodo per l’Ingegnere, al secolo Carlo De Benedetti. Già provato per l’affaire delle Popolari, l’«invisibile» della politica italiana corre ora il rischio di essere condannato nel caso dell’Olivetti di Ivrea. Il tribunale di Torino, infatti, ha fissato al 7 febbraio il processo d’appello. Nel luglio del 2016 De Benedetti – assieme al fratello Franco e all’ex ministro montiano Corrado Passera – era stato condannato in primo grado a 5 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio colposo plurimo.
I fatti contestati risalgono al periodo in cui l’Ingegnere era presidente della celebre impresa fondata da Adriano Olivetti (1978-1996). In quegli anni gli operai dell’azienda lavorarono in condizioni assai precarie a causa della presenza dell’amianto: si parla di circa 85 morti, di cui 7 vengono attribuiti dagli inquirenti direttamente a De Benedetti. Che, da parte sua, sperava si arrivasse a un rinvio del processo per puntare così alla prescrizione. Tuttavia, ora che il tribunale di Torino ha deciso di affrontare di petto la situazione, l’Ingegnere si trova all’ultima spiaggia per provare la sua innocenza, se non vuole correre il rischio di ritrovarsi in Cassazione a giocare le poche carte rimastegli in mano.
La linea difensiva di De Benedetti, assistito da Giuliano Pisapia, è chiara: lui si dichiara innocente e giura di non aver mai saputo dell’amianto. I giudici però, almeno in primo grado, non gli hanno creduto. Insomma, da imprenditore capace ed editore «illuminato» a capitalista avido e senza scrupoli, il passo è breve. Il pericolo è alto. Probabilmente, è anche alla luce di tutto ciò che Repubblica ha clamorosamente scaricato il suo editore. Il quotidiano che nel 2007 tuonava (giustamente) contro i morti del rogo all’acciaieria Thyssen di Torino, in effetti, avrebbe serie difficoltà a difendere un uomo coinvolto in un simile delitto. Anche se quest’uomo si chiama Carlo De Benedetti.
Vittoria Fiore

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5 Commenti

  1. …..ha preso una delle più avanzate aziende italiene dell’informatica per smembrarla e venderla come uno ”spezzatino”…

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