Roma, 4 mag – L’ex “decreto aprile” con i fantomatici 55 miliardi di aiuti a famiglie e imprese, divenuto ormai “decreto maggio” per ritardi vari e divisioni all’interno della maggioranza giallofucsia su come reperire i fondi e a chi darli, resta ben lontano dal vedere la luce. Le riunioni tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e i capi delegazione della maggioranza sono andate avanti fino a questa notte. Obiettivo: trovare la quadra su ammortizzatori sociali e sostegno alle imprese. Oggi sono previsti nuovi incontri.
M5S, Pd e Iv divisi sugli ammortizzatori sociali
Permangono le divisioni. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, i 5 Stelle vorrebbero dare il sussidio ai redditi più bassi per due o tre mensilità, sulla falsa riga del reddito di cittadinanza. Invece, Pd e Italia viva preferiscono dare le risorse ai comuni per aiutare chi è in difficoltà. Una soluzione intermedia – finora respinta dal M5S – sarebbe, riferisce una fonte, quella di assegnare un bonus una tantum.
Mancano 7 miliardi per la cassa integrazione. Ma la Catalfo dice che non è vero
Come se non bastasse, oltre alle diverse visioni di dem e pentastellati, si è consumato un balletto delle cifre sulle coperture necessarie alla proroga della cassa integrazione Covid-19 fino a fine ottobre. Il governo avrebbe chiesto in un primo momento all’Inps un approfondimento sulle coperture necessarie, ma secondo quanto si apprende mancherebbero ancora all’appello circa sette miliardi per finanziare le misure che dovrebbe andare sul tavolo del Consiglio dei ministri a metà di questa settimana. Intanto il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo assicura che sulla cassa integrazione “abbiamo avuto un confronto con il ministero dell’Economia per quantificare la spesa e avremo in tutto 16 miliardi” che serviranno a “finanziare ulteriori 9 settimane di cui potranno usufruire tutte le imprese”.
Giallofucsia divisi su ingresso Stato in aziende che chiedono ricapitalizzazione
Le forze giallofucsia si sono divise anche sull’ingresso dello Stato nel Cda delle aziende che chiedono la ricapitalizzazione con un contributo del 49% allo Stato. In questo caso, Pd e M5s sono favorevoli, Italia viva contraria: “Se lo strumento è quello del prestito alle imprese che apre – osserva un renziano – le porte all’ingresso dello Stato, noi non siamo d’accordo. È praticamente un tentativo di statalizzare le imprese private”. Nel mirino di Iv c’è l’idea di permettere alle aziende con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di ricapitalizzarsi ricevendo dallo Stato una somma pari a quella investita: lo Stato a quel punto entrerebbe sì, ma senza interventi nel controllo e nella governance, nel capitale dell’impresa, che negli anni successivi potrebbe riacquistare le quote.
Gualtieri ragiona su contributi a fondo perduto per Pmi
“Occorre dare una massiccia iniezione di liquidità a fondo perduto diretta e sotto forma di ricapitalizzazione delle imprese“, secondo il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha provato a mediare rilanciando sulla necessità di abbassare le tasse, mentre il Pd punta sugli investimenti, su un piano industriale e su una semplificazione delle trafile burocratiche. Dal canto suo, Gualtieri, a quanto si apprende, ha illustrato modelli di intervento a sostegno delle imprese che prevedono contributi a fondo perduto e incentivi alla ricapitalizzazione per le Pmi, senza interventi nel controllo e nella governance delle imprese (come chiesto dai renziani). Per quanto riguarda i fondi da destinare alla sanità, sarebbero ad ora previsti 2,6 miliardi ma il ministro della Salute Roberto Speranza chiede di più, per rafforzare i presidi sanitari sul territorio e rendere stabili gli ospedali Covid-19.
In ogni caso, resta da capire dove verranno reperite le risorse per queste misure. Al di là dei 55 miliardi “strombazzati”. Il dl Liquidità – lo ricordiamo – finora avrà erogato un miliardo al massimo alle imprese rispetto ai 400 annunciati.
Adolfo Spezzaferro
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