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Delirio al Maggio fiorentino: "C'è un femminicidio", e cambiano il finale della Carmen

by Nicola Mattei
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Firenze, 7 gen – Dal femminicidio all’opericidio, come è già stato soprannominato da Nicola Porro. E non stiamo parlando di un’operetta da teatro di rivista ma della Carmen di Bizet, che accanto ai capolavori verdiani e di Mozart è una delle liriche più rappresentate al mondo.
La Carmen andrà in scena, da stasera fino al 13, al teatro del Maggio fiorentino. Se un’opera può e viene sempre, continuamente rivisitata – a prescindere dal suo valore artistico o dal suo essere “mostro sacro” gli arrangiamenti cambiano ad ogni prima, come succederà anche in questo caso con i protagonisti calati negli anni ’80 all’interno di un campo rom – a questo giro ad essere stravolta sarà niente meno che la trama: alla fine dell’ultimo atto il Don Josè stravolto dalla gelosia non ucciderà più Carmen, ma sarà lei a ribellarsi e sparargli.
Il motivo? La Carmen andrebbe, secondo chi ha deciso di gettare nel cestino il libretto scritto da Henri Meilhac e Ludovic Halévy, adattata ai tempi moderni, evitando di mettere in scena un femminicidio. Per accontentare il boldrinismo culturale si stravolge così la storia della lirica, che di drammi – e pure di omicidi – è piena.  A questo punto, giusto per restare nella tradizione italiana – e dunque mondiale – vietiamo il Rigoletto (dove Gilda è pugnalata da un sicario), il Trovatore (con il rogo di Azucena) e la Traviata (Violetta che muore di tisi sarà  senza dubbio classificabile come femminicidio), magari cancelliamo direttamente Verdi affidando la sua eredità alla damnatio memoriae.
“Io mi sarei rifiutato di cantare”, ha tuonato, intervistato dal quotidiano La Verità, il tenore Vittorio Grigolo, che denuncia il tentativo di banalizzare la complessità dell’arte: “Come si fa – si domanda – a ridurre il capolavoro di Bizet all’omicidio compiuto nei confronti di una donna?”. E aggiunge: “Cancellare la morte, l’amore, il tradimento o il destino dall’opera – aggiunge – è un’operazione senza senso. Chi vuole stravolgere il libretto e cambiare il finale, se è onesto, scriva un altro racconto, il suo, e metta in fila le note che più gli piacciono. A quel punto nessuno gli vieterà di chiamare Carmen la protagonista”.
Nicola Mattei

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5 comments

Raffo 7 Gennaio 2018 - 12:58

Dal letame comunistello di origine boldriniana o da presunti artisti sinistrorsi cosa ci si poteva aspettare??? A forza di sentire minchiate radical chic anche i più dementi pseudo artisti provano a stupire il colto pubblico con geniali trovate che oscillano fra la deficienza e la totale imbecillità…..se questa è ancora arte allora possiamo tutti darci all’ippica,con tutto il rispetto per i quadrupedi dalla folta criniera.

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cenzino 7 Gennaio 2018 - 5:02

Tutto ciò è lo specchio dei tristissimi deliranti Tempi. Gravissima decisione. Manipolare l’Arte è peggio che manipolare le notizie.

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Mirko 7 Gennaio 2018 - 5:33

Il problema è che questi sono pazzi ma credono di essere sani di mente.. che fare? Si vagliano proposte e soluzioni…

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Tony 7 Gennaio 2018 - 7:25

ambientata ”..all’interno di un campo ROM…” ….potevano farla suicidare….

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Violenza sulle donne e giustizia forcaiola: ancora sul caso Weinstein 28 Maggio 2018 - 3:43

[…] imponendo cambiamenti epocali, e quasi sempre idioti, come il proposito del sindaco Nardella di cambiare il finale della Carmen perché la protagonista viene uccisa da un uomo o l’iniziativa di Michela Murgia di sostituire la […]

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