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Desirée provò a difendersi. I segni sul suo corpo lo dicono chiaramente

by Lorenzo Zuppini
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Roma, 1 nov – Mentre si attende l’interrogatorio del ghanese di 32 anni, Yusif Salia, accusato di aver concorso all’omicidio di Desirée Mariottini, emergono i primi risultati dell’autopsia. Secondo il medico legale la ragazza provò a difendersi dai suoi aguzzini, almeno finchè era cosciente. A testimonianza ci sarebbero segni inequivocabili sul suo corpo: “La minorenne – scrive il medico – mediante costrizione delle braccia e delle gambe, veniva costretta a subire ripetuti rapporti sessuali”.
La 16enne di Cisterna di Latina, che la notte tra il 18 e il 19 ottobre è stata uccisa in uno stabile di via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo a Roma, sarebbe morta proprio come aveva raccontato una sua conoscente al quotidiano il Tempo: “L’hanno drogata, poi stuprata, poi drogata di nuovo e violentata ancora dalle 18 – ha detto la ragazza – Fin quando alle due di notte era morta“. La testimonianza dell’amica, se così si può definire, Giovanna ha ricostruito gli ultimi momenti della vita e di agonia di Desirée. “Il mio amico Koffy mi ha riferito che Paco, Sisco, Ibrahim e Youseef avevano abusato della ragazza. In particolare mi diceva che per primo Youssef era entrato nella stanza con la ragazza. L’ha visto bene perché era andato a stendere i panni. Poi, dopo di lui, nel container è entrato Paco e poi iniziava il via vai degli africani”, sono le parole che Giovanna ha affidato agli inquirenti. Un segno chiaro di come gli aguzzini abbiano abusato senza pietà del corpo di Desirée, nel container di via dei Lucani, mentre lei invano cercava di divincolarsi.
Mentre restano in carcere i quattro immigrati accusati di aver stordito, drogato, stuprato e ucciso la giovane Desirée, domani, 2 novembre, verrà interrogato Yusif Salia. Il ghanese è il quarto uomo del branco di belve, ed è stato catturato il 26 ottobre a Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, all’interno di una baracca abusiva. In suo possesso 11 chili di marijuana. Fino a oggi non si è proceduto all’interrogatorio, poiché pare che l’africano abbia avuto problemi di salute. Domani gli inquirenti cercheranno di capire quale ruolo abbia avuto nell’omicidio, e se sia stato proprio lui a somministrare il mix di droga e psicofarmaci che ha provocato l’insufficienza cardiorespiratoria a Desirée, che ha determinato la sua morte.
Anna Pedri  

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