Roma, 12 giu – Le giovanissime influencer egiziane di TikTok sono finite nel mirino delle autorità statali del Cairo, che le mette sul banco degli imputati accusandole di diffondere immoralità nella società. Secondo quanto riportato dai media esteri, questo giro di vite sarebbe in linea con la politica anti-social del presidente Abdel Fatah al-Sisi, salito al potere nel 2014.
Per alcune di queste influencer, secondo quanto viene riportato da Egypttoday, si sono aperte le porte del carcere. E’ il caso di Haneen Hossam, studentessa universitaria accusata di promuovere la prostituzione. Hossam è stata messa in prigione ad aprile, dopo aver pubblicato un video in cui illustrava a oltre 1,3 milioni di follower come potevano guadagnare mettendosi in mostra TikTok postando «video di intrattenimento». Nel video offriva a donne e ragazzine l’opportunità di «lavorare da casa e guadagnare fino 2,430 sterline per comparire in video e parlare a sconosciuti». Hossam è stata quindi accusata di promuovere il traffico umano e instradare la ragazze più giovani a commettere atti inappropriati sulle piattaforme online. Recentemente un tribunale aveva ordinato la scarcerazione di Hossam su cauzione, ma dopo pochi giorni è stata di nuovo tratta in arresto, in quanto, secondo la procura, «sono state presentate nuove prove contro di lei».
Nel frattempo la polizia sta diffondendo una grande campagna di sensibilizzazione per informare i genitori degli utenti di piattaforme ludiche, di social media e app – come TikTok, Instagram, Snapchat, Discord, Likee, Kik Tellonyn, Whispr, Minecraft and House Party – e avvertirli dei rischi di incontri con pedofili e molestatori che potrebbero subire i giovani utenti.
Sotto la lente d’ingrandimento della polizia digitale è finita anche Mowada al-Adham, altra giovane influencer che ha guadagnato la fama social pubblicando clip satiriche su TikTok e Instagram, diventate in poco tempo virali. La ragazza è stata arrestata a maggio con l’accusa di «attaccare i valori familiari della società egiziana».
Aldo Milesi
2 comments
Sono d’accordo. Qui fanno le puttane. Poi arrivano gli afroislamici e le fanno a pezzi.
Son pure potabili, in un paese in cui i matrimoni endogamici hanno reso tutti simili a cammelli. Dovrebbero liberarle se non altro sperando che figlino e migliorino la loro brutta sottospecie.