Parigi, 9 mar – Tutto il mondo è paese. Se pensavate che gli italiani fossero negligenti e criminalmente refrattari alle raccomandazioni di starsene a casa per evitare il diffondersi ulteriore del contagio di coronavirus, non avete visto di cosa sono stati capaci questi 3.500 cittadini francesi. Tale è il numero di coloro che, in barba ai 1.126 infettati e ai 19 decessi registrati Oltralpe, si sono radunati – o per meglio dire ammassati – nella città di Landernau per battere il record mondiale per il più grande raduno di puffi. Tutti vestiti con gli iconici berretti e tutti rigorosamente con la faccia dipinta di blu, tutti esultanti perchè alla fine, il record, l’hanno battuto. Le immagini degli aperitivi nella movida milanese o degli sciatori ammassati nella stazioni sciistiche della val Seriana sbiadiscono di fronte alle immagini dell’evento francese.

L’agenzia di stampa Afp ha condiviso sul proprio canale Twitter un video in cui vengono ripresi i 3.500, festanti e assolutamente non preoccupati dai rischi del contagio, nell’atto di abbracciarsi, saltellare e fare trenini. La “distanza di sicurezza di un metro” non è ovviamente contemplata. “Non ci siamo arresi nel nostro tentativo di battere il record, e ora siamo i campioni del mondo!”, esulta uno dei partecipanti. “Era la cosa più importante, il coronavirus non è un problema, è una cosa da nulla”, gli fa eco un’altra puffa. “Non c’è rischio alcuno! siamo puffi! Pufferemo il coronavirus!“, concludono entrambi ridendo. Beh glielo auguriamo.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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