Roma, 9 nov – Il risultato di un olte un mese di carneficine è chiaro: i palestinesi fuggono e lo fanno in massa. Secondo quanto riporta l’Agi, sono in decine di migliaia quelli che cercano di salvarsi scappando a Sud, mentre il Nord è costantemente sotto l’assedio dell’esercito israeliano. Dal canto suo i commenti di Tel Aviv fotografano bene la situazione.
Palestinesi in fuga verso Sud
Tel Aviv attacca senza sosta e devasta senza troppe distinzioni tra civili e militari (i numeri parlano chiaro, è impensabile che oltre 10mila vittime costituiscano anche solo per la maggior parte il cuore di Hamas o siano frutto di obiettivi strategici). I palestinesi, com’è logico e naturale, scappano. Circa 50mila abitanti della striscia sono fuggiti nella giornata di ieri dalla parte a Nord della Striscia di Gaza secondo fonti israeliane, mentre l’ Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) stima che 72.000 persone siano fuggite dall’apertura di un corridoio di evacuazione dal 5 novembre, definendo i movimenti “continui”. Nel mezzo, centinaia di migliaia di persone in una “situazione umanitaria disastrosa” che “stanno lottando per ricevere le il fabbisogno necessario di cibo e acqua per la loro sopravvivenza”.
Israele cinica: “Hanno capito che il sud è più sicuro”
“Se ne stanno andando perché hanno capito che Hamas ha perso il controllo del nord e che il sud è più sicuro”, dichiara il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari in una conferenza stampa. A Gaza proseguono gli aiuti: sono più di 80 i camion contententi sostegni alimentari e medici nelle ultime 24 ore: un intervento umanitario massiccio. Il portavoce della del Consiglio di Sicurezza statunitense John Kirby si è così espresso sul futuro assetto della Striscia: “Sappiamo cosa non vogliamo vedere a Gaza dopo il conflitto. Non vogliamo vedere Hamas al comando. Non vogliamo vedere una rioccupazione da parte di Israele. Ma quello che vedremo, quello che vogliamo vedere, penso che lo stiamo ancora scoprendo. Dovremo avere conversazioni diplomatiche con la gente della regione per risolvere questo problema”.
Alberto Celletti