Roma, 9 nov – Non sa che fare, il Pd, con i manifestanti pro-Palestina. Era evidente dallo scoppio della guerra ed è evidente ancora di più oggi che il conflitto si sta in qualche modo radicalizzando.
Pd e Palestina: un rapporto difficile
Ribadire la propria sottomissione ai diktat americani o dare ascolto ad alcuni – pochi ma fastidiosi – residui della base elettorale di origine comunista? In realtà, non c’è alcun dibattito. Il Pd è il partito filostraniero e filoamericano per eccellenza, in un Paese in cui il più pulito ha la rogna, sia chiaro. Ma il Nazareno è proprio il centro di esecuzione del potere straniero in questa martoriata Nazione. Dunque, non può che appoggiare Israele aprioristicamente e senza troppe discussioni. Ma il particolare di provenire dalle ceneri di un partito che sulla questione mediorientale è sempre stato schierato con la Palestina è abbastanza divertente. Perché ai piani alti del Pd, semplicemente, non sanno che fare. O meglio, lo sanno, ma lo eseguono con imbarazzo: consci della distanza dalle origini storiche e dalla loro attualità.
“Niente bandiera della Palestina alla manifestazione”
E così, come riporta Il Secolo d’Italia, si entra nell’ennesima contraddizione: per il Pd niente bandiere della Palestina alla manifestaizone di sabato. Poi, certo, si vira sul classico “Hamas” per rendere l’imbarazzo meno evidente. Ma cambia poco. “Chiederemo nella piazza di sabato di fermarsi, liberare gli ostaggi, proteggere i civili. E fornire tutti gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che soffre. Ed è fatta soprattutto di minori”, dice il segretario Elly Schlein in televisione. Faticando ad esplicitare una posizione ben nota ma poco pratica.
Aurelio Del Monte