Reggio Calabria, 22 mar – Un immigrato di cui non sono ancora note le generalità è morto a in un incendio divampato nella nuova tendopoli di San Ferdinando gestita prima dal Comune ed ora dalla Caritas.
L’incendio, secondo una prima ricostruzione, si sarebbe sviluppato in un angolo della tenda da sei posti, dove erano posizionati alcuni cavi elettrici. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco che hanno domato le fiamme.
La tendopoli si trova a poche centinaia di metri dalla vecchia baraccopoli – sgomberata e smantellata nelle scorse settimane – nella quale, in un anno, tre immigrati sono morti sempre a causa di incendi divampati nelle strutture fatiscenti.
La vecchia struttura è stata definitivamente abbattuta il 7 marzo scorso. Era stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, dopo l’ultimo rogo del 16 febbraio scorso, ad annunciare che la vecchia struttura sarebbe stata demolita.
Nelle scorse settimane, il Viminale ha stanziato 350 mila euro per il Comune di San Ferdinando per la gestione della fase post-sgombero e per ripristinare il decoro urbano e garantire “idonee condizioni di vivibilità sul territorio”.
Una parte degli immigrati, in tutto 840, è stata trasferita nella vicina tendopoli che è stata ampliata. Anche per ovviare agli accampamenti selvaggi post-sgombero.
Sull’accaduto indaga il commissariato di Gioia Tauro. Il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, ha convocato a San Ferdinando una riunione tecnica di coordinamento con le forze dell’ordine.
Il sindaco: “Purtroppo è accaduto ancora”
“Speravamo di non dover più raccontare episodi come questi ma purtroppo è accaduto ancora”. A dirlo è il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, arrivato nel luogo dell’incendio. “Le cause del rogo, che ha interessato una tenda, non sono ancora chiare – spiega il sindaco – e sono al lavoro i vigili del fuoco e la polizia Scientifica. Ora siamo in attesa di capire come sono andati i fatti. Certo è che è accaduto quello che non doveva accadere”.
Ludovica Colli