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Ius soli, a Bologna la propaganda inizia alle medie: così il sindaco Lepore indottrina i ragazzini

by Cristina Gauri
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Bologna, 14 mar — L’indottrinamento sullo ius soli a Bologna inizia dalle medie, su iniziativa del «solito» sindaco dem Matteo Lepore. Il Comune del capoluogo emiliano, in collaborazione con il Centro RiESco, sta infatti organizzando una serie di «incontri di sensibilizzazione» sulla cittadinanza nelle scuole della città.

Lepore e gli incontri sullo ius soli per indottrinare i ragazzini delle medie 

Lo ius soli per Lepore è una missione, una questione di vita o di morte. In Italia, il Paese in cui vive e di cui si scorda le leggi, il diritto di cittadinanza per nascita non esiste, ma lui ugualmente l’anno scorso ha voluto inserire nello Statuto cittadino lo ius soli onorario per i giovani figli di immigrati. Ovvero una «cittadinanza di cartone», simbolica, completamente irrilevante ai fini di legge che servirà unicamente all’amministrazione cittadina per appuntarsi al petto l’ennesima «medaglia di pongo» dell’inclusività e arruffianarsi il favore dei circa undicimila stranieri under 18 residenti in città.

Gli appuntamenti

Il primo incontro ha avuto luogo oggi con le classi seconde e terze dell’Istituto comprensivo 14. Partecipanti, l’onnipresente Lepore, la dirigente scolastica Maria Anna Volpa, la presidente del Quartiere Borgo Panigale-Reno Elena Gaggioli e l’assessore alla Scuola Daniele Ara. Durante l’incontro, si legge nel resoconto fornito da Orizzontescuola, «il sindaco e gli altri partecipanti hanno discusso con gli studenti sul significato della cittadinanza e sulle attività di intercultura svolte dalla scuola. Questo ciclo di incontri è parte di un percorso più ampio avviato dal Comune per promuovere il diritto di cittadinanza per chi nasce o cresce a Bologna». Il primo di una serie di appuntamenti previsti in altre scuole bolognesi «con la partecipazione di assessori e presidenti di quartiere».

Lo ius soli non serve

Al di là dell’odiosa operazione di propaganda dem e immigrazionista sulla pelle di ragazzini preadolescenti ancora privi di coscienza critica, andrebbe ricordato al sindaco Lepore che in Italia a nessun figlio di stranieri è precluso l’accesso ai servizi fondamentali, come, ad esempio, il diritto all’assistenza sanitaria o all’istruzione. Quanto alla possibilità per lo straniero di ottenere la cittadinanza italiana, poi, la legge 91/1992 già la ammette, stabilendo due diverse ipotesi in favore a) dello straniero nato in Italia ed ivi ininterrottamente residente fino alla maggiore età, e b) dello straniero legalmente residente in Italia da almeno dieci anni (quattro anni se si tratta di un cittadino di uno Stato UE). Il grave equivoco di fondo dello ius soli sta nel ritenere che la cittadinanza sia semplicemente un diritto, svincolato da qualsiasi fondamento di carattere culturale o politico, e soprattutto, dai doveri che l’appartenenza a una comunità nazionale impone.

 

Cristina Gauri

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Ptv 15 Marzo 2023 - 7:33

Tenete i ragazzi a casa.. questi demoni del pd hanno campo libero indisturbato e impunito

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