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La Russia su Acca Larenzia si schiera come la sinistra italiana

by Michele Iozzino
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Acca Larenzia

Roma, 12 gen – Dopo anni di incomprensioni la Russia di Putin e la sinistra italiana hanno finalmente trovato qualcosa che li unisce: l’antifascismo. La reazioni dei media di Mosca alla commemorazione di Acca Larenzia sembrano uscite direttamente da un comunicato del Partito democratico.

“L’Europa sta tornando al nazifascismo”

Su Rossiya 1, uno dei principali canali televisivi russi, a lanciare l’allarme contro la montante onda nera è la giornalista Olga Skabeyeva: “La situazione a Roma è questa: militanti italiani di destra hanno onorato la memoria di tre loro fratelli di sangue neofascisti. Non solo con il saluto romano, ma con l’ovvio e per nulla nascosto Sieg Heil. È degno di nota che tutto questo accade vicino all’ex quartier generale di un partito neofascista, il Movimento Sociale Italiano, che si è poi trasformato in Fratelli d’Italia, partito di cui il premier italiano, Giorgia Meloni, è leader”. Non si sa dove e come la giornalista abbia sentito “Sieg Heil”, ma tant’è. La Skabeyeva ha poi concluso con toni preoccupati: “Proprio davanti ai nostri occhi l’Europa sta tornando alle sue radici e origini, ossia al nazifascismo”. Insomma, tra allarmismo e manipolazione delle informazioni sembra di sentire un Berizzi di casa nostra.

Le reazioni russe ad Acca Larenzia

Non sono solo i media a riprendere la notizia della commemorazione, ma anche apparati di governo. Ad esempio, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha così commentato: “L’Occidente appoggia Kiev anche perché in Ucraina al potere sono saliti i neonazisti, così amati e coccolati nei Paesi della Nato. È per questo che tutti tacciono quando, ad esempio, per le strade delle capitali sfilano in marcia i reduci della Waffen SS”. Una trama nera che unirebbe Acca Larenzia e la guerra in Ucraina. E aggiunge: “Come si vede nei filmati che hanno fatto il giro del mondo, l’azione del 7 gennaio in cui i partecipanti vestiti con camicie brune e nere alzano le mani nel cosiddetto saluto romano è stata accuratamente pianificata”. Probabilmente la Zakharova, abituata a climi più rigidi, si aspetta che in Italia a gennaio si giri tutti in camicia o ha particolari abilità nel vedere cosa c’è sotto i cappotti invernali. Fatto sta che, come i suoi omologhi antifascisti italiani, a furia di esagerare finisce per sconfessare e mettere in ridicolo sé stessa.

Michele Iozzino

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