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L’archivio civile del Tribunale di Napoli? A Perugia

by Eugenio Palazzini
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ITALY MAGISTRATES STRIKERoma, 20 nov – La trasmissione “Report” di Milena Gabbanelli nella puntata del 2 novembre, con il servizio “Fascicoli on the road” a cura di Giulio Valesini, ha messo in luce una delle tante, troppe, pazzie di questa Italia. Ma vediamo di esporre i fatti con ordine.

Nel 2010 il Ministero della Giustizia, su richiesta della direzione degli uffici giudiziari di Napoli, con un decreto di somma urgenza, quindi senza gara d’appalto, incarica alla società Italia Logistica del gruppo Poste Italiane, l’indicizzazione dei fascicoli del proprio archivio civile, precedentemente presente in Napoli, dislocato in decine di diverse sedi. Prima del 2010 per il mantenimento delle sedi dell’archivio e per il trasporto dei fascicoli al Tribunale si spendeva 1 milione di Euro. Si tratta di oltre 85 mila scatole che si stima necessitino di uno spazio di 4 mila metri quadrati, e Italia Logistica, terminato il lavoro di indicizzazione, propone di mantenere unito l’archivio, naturalmente in affitto nella loro sede centrale, in provincia di Perugia. Costo: 150 mila Euro all’anno. Tutto così, come se fosse normale far percorrere 300 Km ad un fascicolo civile per un’udienza, con i problemi naturali connessi al trasporto su gomma, ritardi clamorosi, l’insicurezza dei legali del foro napoletano, rinvii delle udienze per mancanza di documenti. E, quando finalmente il fascicolo arriva, via di nuovo, dentro un camion, indietro per altri 300 Km.

Posto che è inspiegabile come sia possibile spendere molto più per il vecchio archivio dislocato in diverse sedi, ma a Napoli, rispetto ad uno situato a 300 Km con le spese per il trasporto che dovrebbero gravare enormemente di più, non era proprio possibile trovare 4 mila metri quadrati a Napoli, in provincia, in Campania, magari in uno dei tanti immobili sequestrati alla camorra, insomma vicino a quella sede naturale che dovrebbe essere il Tribunale, che ricordiamolo, è un’enorme stabile di venti piani sopra terra.

Nessuno chiaramente ha preso in considerazione delle ipotesi più moderne, neanche Report che ha lanciato il caso, come ad esempio la digitalizzazione di tutta l’enorme massa cartacea. Dal momento che lavori di indicizzazione sono stati svolti sull’intero archivio, con un ulteriore piccolo sforzo economico si sarebbe potuto evitare questa grottesca faccenda, riducendo ad un file digitale una cartella di centinaia di fogli deperibili e facilmente “smarribili”, problema quest’ultimo non certo nuovo nei nostri Palazzi di Giustizia e negli uffici pubblici. Un file si può spedire in massima sicurezza con la posta elettronica certificata, si può persino stoccare tutto l’enorme archivio in pochi dischi.

Dove è quindi, quando succedono cose del genere, purtroppo molto frequentemente nella nostra pubblica amministrazione, tutta la retorica del governo Renzi (ma sono ormai anni che se ne sente parlare), quando parla di modernizzazione? Quando dice di voler “rendere l’Italia un paese digitale” dovrebbe notare anche questi casi e prendere provvedimenti, invece ancora quotidianamente i faldoni sono in viaggio per Napoli. Adesso capiamo perchè quando sentiamo la retorica di Renzi che i media ci propinano a pie’ sospinto, tra un koala ed un selfie, notiamo attorno della puzza di bruciato. Sarà mica il gasolio dei camion di Italia Logistica?

Alessandro Pallini

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