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L’atleta trans Valentina Petrillo vince altre medaglie femminili. La rabbia delle avversarie

by Cristina Gauri
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petrillo atleta trans

Roma, 20 mar — Non si dica più che l’Italia è l’ultima provincia dell’Impero, poco disposta ad adeguarsi al «progresso che avanza» e che dilaga in tutto l’Occidente: ora abbiamo anche la nostra brava atleta trans, Valentina Petrillo nata Federico. Come da copione, da alcuni anni sta facendo man bassa di premi destinati alle donne biologicamente tali, vanificando i sacrifici di una vita di tutte le concorrenti che si trovano a dover gareggiare ad armi impari contro un avversario che di femminile ha il nome sulla carta d’identità. Eterne seconde (o terze, o giù dal podio) donne vere, minute; le vedi nelle foto di gruppo, soverchiate dalla stazza di Petrillo — che guarda caso nella categoria maschile ha vinto poco o nulla — mentre si sforzano di sorridere per le sue «vittorie». Possiamo barrare anche questa casella dell’inclusione.

L’atleta trans Valentina Petrillo fa incetta di premi (e penalizza le donne)

L’11 e 12 marzo Petrillo (classe 1973) era in gara ad Ancona, per la prima volta nella categoria F50 riservata alle atlete donne dai 50 ai 54 anni. E ha battuto tutti i record aggiudicandosi 8 titoli master (per gli over 35). Non è finita: l’atleta trans è iscritta alle gare dei Mondiali di atletica master di Torun, in Polonia, in programma dal 26 marzo al 1° aprile e figura già tra le «favorite» di questa farsa che annienta le donne, la loro identità e i loro sogni.

Sul sito FeministPost lo statistico Marco Alciator ha riportato le reazioni delle atlete battute da Petrillo nei 200 metri. Un triste deja-vu che ricorda il risultato dei 200 femminili ai Campionati Italiani Master di Arezzo: Petrillo batte due star della categoria, vale a dire Cristina Sanulli e Denise Neumann, due sportive che prima dell’arrivo dell’atleta trans si erano sempre spartite i primi due posti sul podio. Cristina Sanulli arriva seconda seguita da Denise Neumann e Agnese Rossi, che rimane giù dal podio. Alla fine della gara dal pubblico si alza un «Brava Cristina» seguito da un applauso della tribuna. L’amore del pubblico, che è tutto per la Sanulli, fa impazzire Petrillo che grida: «Dedicata a tutte quelle che mi vogliono male», tanto da meritarsi un’ammonizione verbale da parte degli arbitri. Non solo pretende di vincere, ma non accetta la contestazione.

Le reazioni delle sconfitte

Alciator riferisce stralci di conversazioni con le atlete sbaragliate dalla fisicità maschile di Petrillo. Agnese Rossi, che si è vista sfilare il podio da sotto i piedi, sottolinea: «Lo spirito sportivo prevede di riconoscere quando ci sono atlete più forti, ma la competizione deve avvenire con il rispetto della categoria: con atlete dello stesso sesso, non con chi ha mantenuto corpo da uomo». Denise Neumann, arrivata terza, esprime preoccupazione per le prossime generazioni di atlete: «Le medaglie possono essere recuperate in un secondo momento ma la gratificazione sottratta il giorno della gara non potrà essere restituita».

Infine Cristina Sanulli, che senza la partecipazione di Petrillo avrebbe potuto segnare il record italiano indoor: «un po’ di amaro in bocca perché [il mio tempo] sarebbe stato record italiano ma Valentina Petrillo con un tempo di 26.25 me l’ha battuto». Una volta scesa dal podio, terminato il rito dei sorrisi forzati, Sanulli può sfogarsi: «non ci sentiamo alla pari, proprio perché la struttura fisica [di Petrillo] è maschile, e quindi è come correre non alla pari. […] Nonostante il percorso [personale] che ha fatto Valentina sia di tutto rispetto, atleticamente parlando non lo è, e in questo ci sentiamo molto discriminate». E non avete ancora vista niente.
Cristina Gauri

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7 comments

blackwater 20 Marzo 2023 - 12:57

un autentico esempio di “mascolinità” tossica;

costui infatti intossica il regolare svolgimento di una competizione tra donne.

una volta si sosteneva (peraltro spesso erroneamente) che la dittatura fosse il volere del singolo contro la volontà della maggioranza;

qui abbiamo i capricci di un singolo disturbato che si impongono sulla maggioranza delle atlete;

in altro contesto si urlerebbe “al fasc*smo”.

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brutta ciao 20 Marzo 2023 - 1:05

D’ accordo che non hanno le palle ma le donne integre che disertano tutto, no eh? Stanno a guardare i secondi e frazioni alla faccia del vero spirito olimpico.

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Alessandro 21 Marzo 2023 - 12:35

E’ semplicemente vergognoso che le società sportive permettano l’annientamento dello sport femminile. Cosa devono pensare le giovani atlete adesso? Che è inutile allenarsi perché tanto ci sarà sempre un uomo a batterle nelle categorie che dovrebbero essere loro riservate?
E non parliamo neanche dell’arroganza di Petrillo che sa benissimo quello che sta facendo ma che per puro egoismo strappa a vere donne il loro spazio.
Dove andremo a finire…

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SporcoRozzo&Primitivo 21 Marzo 2023 - 5:36

Il secondo schiaffo dopo che si è permesso di gareggiare agli atleti neri. Adesso mi piacerebbe vedere un colossale trans nero che, dichiarandosi donna, stracci Petrillo. Occhio × Occhio, Dente Petrillo

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Fabio SIMEOLI 21 Marzo 2023 - 6:56

Basterà creare la categoria “trans” . E… ragazze, che nessuna si presenti alla gara, vedrete che l’anno successivo gli organizzatori

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patalollo 22 Marzo 2023 - 12:19

Mai mettersi contro i trans. Spacialmente in ambito sportivo – agonistico 🙂

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pil 22 Marzo 2023 - 9:00

… si vede il pirla sotto il costume… questo ominide si dichiara femminuccia per prendere i contributi …

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