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L’ennesima barzelletta dell’Onu: Jabalya è “forse” un crimine di guerra

by Alberto Celletti
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Onu Jabalya

Roma, 2 nov – L’Onu non smette mai di far sorridere – amaramente, sia sempre chiaro – specie se emette dichiarazioni sul massacro di Jabalya con il fare tipico di chi ha il timore anche di muovere mezzo passo nella direzione “sbagliata”. Le cosiddette Nazioni Unite, ignorate da Israele praticamente in ogni occasione, sono però utili a misurare gli ordini di comando e quanto sia di fatto impossibile invertirli.

L’Onu su Jabayla: “Forse un crimine di guerra”

Come riporta Tgcom24, è l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ad affermare che il bombardamento da parte di Israele del campo profughi palestinese a Jabalya, nella Striscia di Gaza, potrebbe essere un crimine di guerra. Condizionale obbligatorio. Le parole precise, scritte su X: “Dato l’elevato numero di vittime civili e l’entità della distruzione a seguito degli attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalya, temiamo seriamente che si tratti di attacchi sproporzionati che potrebbero equivalere a crimini di guerra“.

Meglio fare la riverenza, dopo gli ultimi scontri con Tel Aviv

Ciò che stupisce non è tanto il concetto espresso (il “crimine di guerra” con buona pace dei sedicenti “tecnici” resta un tema controverso, tirato fuori in un contesto, la guerra appunto, in cui non è possibile stabilire regole così certe come si afferma a livello propagandistico: lo stesso principio è spesso usato con criteri rigorosamente doppiopesistici, allo scopo di individuare i “buoni” e i “cattivi” di uno scontro a seconda delle necessità), ma la timorosità di esprimere certezze delle organizzazioni internazionali quando si tratta di sfiorare qualcuno che – si sa – è bene che non si tocchi mai. D’altronde, Israele era andata a muso duro già contro il segretario Antonio Guterres, colpevole di aver sottolineato le cause che hanno portato all’attacco di Hamas il 7 ottobre, come di aver sottolineato le ovvietà: l’occupazione di Tel Aviv che dura da 56 anni a danno di un popolo. Potremmo aggiungere noi, l’attività di sterminio quasi sistematico che dura da decenni, in forme e con intensità diverse, ma questo è un altro discorso. Jabayla “potrebbe” equilavere a un crimine di guerra. Non sia mai a irritare troppo chi non deve essere irritato. Non sia mai ad alzare troppo la voce con chi calpesta una dignità – quella dell’Onu – già inesistente per proprio conto.

Alberto Celletti

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