Roma, 26 mag – Ucraina e Mar d’Azov non avranno mai più niente in comune, secondo i commenti provenienti dagli ambienti politici in Crimea riportati da Tgcom24.
Ucraina e Mar d’Azov mai più insieme, secondo il governo della Crimea
L’Ucraina ha perso per sempre il Mar d’Azov. Almeno, così sostiene la politica di vertice in Crimea, dopo gli sviluppi di guerra degli ultimi tre mesi. Sono proprio “i porti delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson” a non poter essere “mai più ucraini” come prima. A dirlo è il vice primo ministro del governo della Crimea Georgy Muradov, ripreso dall’agenzia Ria Novosti. Che aggiunge, lapidario: “Sono sicuro che, dopo la riunificazione delle nostre regioni con la Russia, il Mar d’Azov tornerà ad essere, come prima, esclusivamente un mare interno della Federazione russa”. Ria Novosti cita poi anche Vladimir Rogov, attualmente funzionario nominato da Mosca proprio nella regione occupata di Zaporizhzhia, che dichiara: “Le regioni di Zaporizhzhia e Kherson non torneranno mai sotto il controllo di Kiev”.
Gli attacchi a Zaporizhzhia
Il Mar d’Azov è la porzione settentrionale del Mar Nero, un “quasi lago” diviso da quest’ultimo tramite lo stretto di Kerč’. Solo nella giornata di ieri, diversi missili avevano attaccato, ancora, proprio da quelle parti, nell’area di Zaporizhzhia: “Nella fattispecie, la comunicazione viene dall’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, nell’Ucraina sud-orientale. Uno di questi è stato intercettato e abbattuto dalle difese aeree ucraine. L’amministrazione ha dichiarato quanto avvenuto sul proprio canale Telegram, ma non ha precisato se ci siano stati morti o feriti. L’ora del raid sono le 5 locali, ovvero le 4 italiane”.
Alberto Celletti
1 commento
Voglio sperare che il popolo ucraino che usa il cirillico, che è credente della materia come non solo rappresentazione materiale, che intuisce l’ Holodomor come una infame conseguenza del capitalismo accentratore e saccheggiatore (globalmente risultato speculatore e sfruttatore su cotanta sofferenza), riesca ad integrarsi nuovamente con i fratelli russi, bilerussi, per una via social-economico-politica alternativa a quella vergognosa, occidental-decadente, finalizzata alla propria sopravvivenza su tutto e tutti.