La Valletta, 13 apr – Alla fine è arrivata una soluzione per i 64 immigrati a bordo della “Alan Kurdi”, nave della Ong tedesca Sea Eye. Dopo oltre una settimana al largo di Malta sono stati fatti sbarcare tutti sul territorio dell’isola. Le autorità della Valletta annunciano che saranno distribuiti in 4 paesi Ue, Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo e ringraziano la Commissione europea “per il ruolo centrale assunto e per l’assistenza offerta dai quattro stati membri intervenuti in questa circostanza”. Il governo maltese coglie inoltre l’occasione per ribadire l’impossibilità per “il più piccolo Stato membro dell’Unione europea di continuare a sostenere questo fardello”, parlando di una “pressione non necessaria” per un caso su cui “Malta non aveva responsabilità né competenza”.
Salvini: “Ottime notizie”
Un caso che rappresenta una vittoria per la linea italiana dei porti chiusi e dei ricollocamenti nei vari paesi Ue, a cominciare da quello di cui la nave che opera il soccorso batte bandiera. Ed è stata proprio la Germania in questo caso, sede della Ong Sea Eye, a farsi carico della situazione. Salvini ovviamente gongola e sulla sua pagina Facebook non ha perso occasione per parlare di “ottime notizie” e promesse mantenute. “Come promesso, nessun immigrato di questa nave di Ong tedesca arriverà in Italia, andranno in Germania e altri Paesi. Fanno bene i maltesi a denunciare la pericolosità delle Ong, siamo al loro fianco nella lotta ai trafficanti di esseri umani. Siamo stati, con Malta, i primi a dirlo, ora se ne accorgono in tutta Europa”.
Gioco di squadra tra Malta e l’Italia
Dopo le tensioni dei mesi scorsi e soprattutto dopo il caso Sea Watch, tra La Valletta e Roma è nato un fronte comune per contrastare le navi delle Ong nel Mediterraneo. Una collaborazione che ha dato i suoi frutti. La Alan Kurdi è per 11 giorni si è trovata in acque internazionali senza un porto con i 64 immigrati a bordo, prima tentando di fare pressione sull’Italia stazionando al largo di Lampedusa, poi puntando su Malta. Alla fine è stato necessario l’intervento di Berlino per risolvere la situazione.
Davide Di Stefano
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