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Mes, Conte-zerbino della Ue vuole firmarlo così com’è (sulla pelle degli italiani)

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 29 nov – Giuseppe Conte lunedì alla Camera riferirà sul Mes, il cosiddetto fondo salva Stati Ue. Uno strumento che, alla luce della riforma che il premier vorrebbe che l’Italia ratificasse in ossequio ai diktat di Bruxelles, è una “pistola puntata alla tempia” dei nostri risparmiatori, come avverte Giampaolo Galli, docente di Economia politica e membro dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Roma. Già in altri casi Conte ha prima annunciato di riferire in Aula per fugare ogni dubbio e poi, dopo le sue parole, i dubbi sono rimasti. Come ad esempio nella spy story Usa-Italia incentrata sul misterioso professore maltese Mifsud. Stavolta però il premier dovrà essere estremamente chiaro e circostanziato, perché con il Mes l’Italia rischia una ristrutturazione del debito a spese dei cittadini.

Che cos’è il salva Stati Ue

Il fondo salva Stati Ue è un’arma a doppio taglio: da un lato aiuterebbe i Paesi con i conti in regola secondo i vincoli e i parametri di Bruxelles; dall’altro farebbe fare la fine della Grecia a chi – come noi – è vulnerabile sul fronte del debito pubblico. L’Italia, come è noto, ha aderito al Mes ed ha già versato oltre 14 miliardi di euro. Ora, con la riforma, che il capo politico del M5S Luigi Di Maio assicura che non abbiamo ancora sottoscritto, l’Italia potrebbe finire vittima di una gigantesca speculazione, in cui sarebbero favorite le banche tedesche (tanto per cambiare). Sì, perché – come abbiamo detto – per chi non rientra nei parametri imposti dalla Ue, per accedere al fondo non resterebbe che la preventiva ristrutturazione del debito, che potrebbe comportare una confisca dei conti correnti bancari italiani per l’ammanco equivalente. Lo prevede il Mes, ma questo Conte (ancora) non lo dice. Ignazio Visco, governatore di Bankitalia (che di certo non è uno euroscettico), è convinto che il meccanismo del Mes “va gestito con grande prudenza”, perché “i rischi sono enormi”. Stiamo parlando infatti del prestatore di ultima istanza di soldi ai Paesi Ue in difficoltà. Soldi che verrebbero concessi a insindacabile giudizio del fondo, svincolato dalla Commissione Ue e dal Parlamento Ue. Il Mes, lo ricordiamo, garantisce i soldi “solo a Paesi i cui debiti sono giudicati sostenibili”. Ebbene, il nostro debito non è giudicato sostenibile, e per questo è oggetto di speculazioni.

Ecco perché l’adesione dell’Italia va rimandata

In ogni caso, gli esperti sostengono che l’adesione dell’Italia va rimandata fino a quando non sarebbero migliorate le sofferenze delle nostre banche e il rapporto debito pubblico/Pil. Impresa, quest’ultima, ambiziosa, visto che la nostra crescita è quasi nulla. Insomma, una cosa è certa: il governo italiano deve prendere tempo, perché attualmente l’adesione al fondo ci farebbe soltanto male.

M5S e opposizione chiedono di rivedere il meccanismo

M5S e opposizione chiedono di rivedere il meccanismo. Ma il ministro dell’Economia Gualtieri (Pd) dice che il testo della riforma è ormai chiuso. Tuttavia, l’Italia può aggiungere delle clausole, come conditio sine qua non alla sottoscrizione della riforma. Su questo deve ragionare il governo giallofucsia, se davvero vuole fare il bene dei cittadini. Se così non fosse, se il premier Conte lunedì dovesse dire che è tutto a posto e che il Mes va sottoscritto così com’è allora sarebbe chiaro che l’ex avvocato del popolo non intende fare il bene degli italiani, ma soltanto il suo. Con l’accettazione pedissequa dei diktat Ue che favorirebbero la Germania (che potrebbe attingere al fondo dove ci sono anche i nostri soldi in virtù dello stato dei suoi conti pubblici), Conte pensa di potersi tenere stretta la poltrona a Palazzo Chigi. In ragione del sostegno di Ue e Bce.

In Aula, 5 Stelle più Lega e FdI voterebbero contro la ratifica

Ma i 5 Stelle – nell’estremo tentativo di salvare la faccia con i propri elettori dopo le ultime debacle alle urne – potrebbero opporsi, chiedendo che sia il Parlamento ad esprimersi sul Mes (cosa che chiede anche l’opposizione). A quel punto – la matematica non è un’opinione – verrebbe respinta la ratifica della riforma così com’è. E per Conte sarebbero dolori.

Adolfo Spezzaferro

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2 comments

Jos 29 Novembre 2019 - 12:35

MES..in pratica si ratifica che se una nazione, aderente al fiscal compact, ricorre al mes entra in funzione, automaticamente, la troika ..l’aiuto viene concesso dopo approvazione data dai componenti del mes, con numero dei diritti di voto in base alla quota versata al mes .. inoltre se uno stato vuole uscire dalla ue resta vincolato al mes come “volontario”…il mes è subordinato al FMI..(il tutto salvo altri accordi segreti…)

https://www.leggioggi.it/allegati/testo-del-trattato-mes-meccanismo-europeo-di-stabilita/

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Patto_di_bilancio_europeo

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Sergio Pacillo 1 Dicembre 2019 - 4:31

Facciamo una riforma seria.
Aboliamo il PIL.
No, che dico ?
Aboliamo il DEFiCIT.
Ma no !
Aboliamo TUTTO

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