Roma, 25 set – “Niente spazi a CasaPuound”. Quella che sembrerebbe la solita frase fatta di un qualsiasi comunicato dell’Anpi è invece il sunto della decisione del consiglio di Stato, il quale è intervenuto su una disputa tra CasaPound e il comune di Brescia per la concessione di spazi pubblici.
La decisione del consiglio di Stato
Secondo la sentenza del consiglio di Stato, l’amministrazione bresciana avrebbe agito nel pieno della propria legittimità negando a CasaPound la concessione di spazi pubblici. Il motivo? L’ovvio – si fa per dire – pericolo fascista: “Non si può dubitare del potere del Comune di stabilire criteri per l’occupazione di spazi pubblici: l’Amministrazione ben può perseguire l’obiettivo di evitare che essi vengano utilizzati per il perseguimento delle finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, ovvero per la pubblica esaltazione di esponenti, principi, fatti, metodi e finalità antidemocratiche del fascismo – comprese le idee e i metodi razzisti – o ancora per il compimento di manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste”. E ancora: “Se non può essere limitata la libertà di pensiero, che peraltro non può giustificare comportamenti contrari alla Costituzione e alla legge, nemmeno può limitarsi il potere dell’ente pubblico di perseguire l’interesse collettivo alla cui tutela è preposto escludendo da un uso esclusivo dei beni pubblici soggetti che si facciano portatori del pensiero fascista e che per la sua tutela e diffusione potrebbero avvalersi degli stessi beni sottratti all’uso della collettività”. Come a dire: “Pensa come vuoi, ma pensa come noi”. Infatti, se il consiglio di Stato sembra intuire la contraddizione tra la decisione di negare spazi pubblici a un movimento politico, libertà di pensiero e – aggiungeremmo noi – libertà di espressione, tutto decade in nome del peggiore antifascismo.
La risposta di CasaPound
Non si è fatta attendere la replica di CasaPound che, in una nota, critica duramente quanto accaduto e promette battaglia: “La decisione del consiglio di Stato di confermare il divieto del Comune di Brescia alla concessione di spazi a CasaPound è vergognosa e figlia del clima di scontro politico che Anpi e sinistra stanno creando da mesi. Nonostante questo, CasaPound non si ferma: siamo un’associazione regolarmente riconosciuta, che da anni porta avanti su tutto il territorio italiano iniziative sociali e culturali. Non abbiamo bisogno di autorizzazioni per conquistare quelli che sono i nostri spazi. Se ne facciano una ragione sia i comuni che i nuovi partigiani 3.0: ci riprendiamo tutto.”
Michele Iozzino