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Notre Dame in fiamme, l’esultanza social degli estremisti islamici

by Ludovica Colli
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Roma, 16 apr – Jihadisti ed esponenti di gruppi estremisti islamici hanno esultato sul web alla notizia dell’incendio che ieri ha devastato la cattedrale di Notre Dame a Parigi, condividendo foto e immagini sui social network. Lo riferiscno diversi siti, come al Jazeera e Site, il sito di monitoraggio dell’attività jihadista su internet. Secondo quanto riferisce Site su twitter, sono numerosi i profili collegati ad account di islamisti dai quali vengono condivise foto dei media che mostravano le fiamme e il fumo che si alzava dalla cattedrale di Parigi, immagini accompagnate da commenti in cui si esprimeva gioia per la tragedia che ha colpito la capitale francese.

“La baldoria social degli islamisti”

Site parla espressamente di “baldoria social” degli islamisti che, come accade ogni qualvolta l’Europa e l’Occidente siano colpiti da un attentato o – come in questo caso – dalla distruzione di un simbolo della cristianità e della tradizione europea, festeggiano e si augurano che magari la tragedia sia stata causata dai jihadisti. Infatti il sito di monitoraggio riporta che “gruppi affiliati all’Isis” hanno espresso giubilo per “l’incendio di Notre Dame”, definito un attacco “ai cuori dei leader crociati”. Sui social poi hanno iniziato a circolare degli screenshot (che riportiamo qui sotto), delle schermate in cui compaiono numerose emoticon che esprimono gioia e ilarità per la tragedia di Parigi. I profili, come si legge, sono in gran parte di stranieri presumibilmente di origine araba.

I media inoltre hanno pubblicato una foto – sempre proveniente dai social – in cui si vedono due individui di origine araba o comunque nordafricana rallegrarsi con sullo sfondo la cattedrale in fiamme.

Ludovica Colli

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1 commento

serena 16 Aprile 2019 - 11:21

Ma cosa volete che questi ignoranti trogloditi capiscano, come possono comprendere l’importanza storica, artistica e culturale di Notre-Dame. Sono ignoranti come le verze, la loro civiltà è ferma al nostro medioevo. Davanti al Taj Mahal portiamo rispetto, ammiriamo la sua architettura, i suoi decori, anche se non siamo buddisti. A noi dispiacerebbe vederlo in fiamme, lo consideriamo un patrimonio culturale e artistico per tutta l’umanità, e quando entriamo per visitarlo, lo facciamo in punta di piedi, per rispetto verso la sua sacralità. Ed è solo un esempio. Loro no. Li ho visti posare felici davanti alla cattedrale in fiamme. Cattedrale situata nella Nazione che li ospita e li sfama. Dove si sono trasferiti perché a casa loro facevano la fame. Questo è il loro ringraziamento, il rispetto che hanno per chi gli ha teso la mano. Non parlatemi di integrazione, che non sono capaci di integrarsi manco tra di loro. E non venitemi a dire che gli esseri umani sono tutti uguali perché noi, davanti alle loro disgrazie, e ne hanno tante, non scherziamo, ci mettiamo la mano nel portafogli e li aiutiamo. Ma noi siamo diversi. E se permettete, almeno io, me ne faccio un vanto.

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