Parigi, 16 apr – I danni causati dal terrificante incendio di Notre-Dame sono ancora tutti da calcolare e, in ogni caso, sono molto gravi. Ma una cosa è certa: non è la prima devastazione che la Cattedrale di Nostra Signora ha dovuto patire nel corso della sua lunga e tribolata storia. Una storia che è iniziata nel 1163, allorché fu posta la prima pietra di quello che doveva diventare un gioiello dell’architettura francese ed europea. La costruzione della cattedrale era stata promossa da Maurice de Sully (†1196), l’allora vescovo di Parigi, che, a causa della forte crescita demografica della città, ritenne ormai necessario edificare un più grande luogo di culto in grado di accogliere un maggior numero di fedeli.
Corpo gotico, cuore francese
La nuova chiesa metropolitana sorse – nella parte orientale dell’Île de la Cité – sulle fondamenta dell’antica Cattedrale di Santo Stefano (IV-VI secolo), a sua volta edificata su un più antico tempio dedicato a Giove eretto in età cesariana (I secolo a.C.). Come stile architettonico fu scelto lo stile gotico, allora già sperimentato e affermatosi in Francia, come testimonia ad esempio la basilica di Saint-Denis, la cui costruzione precede di un trentennio quella della Cattedrale di Notre-Dame. I lavori si sarebbero conclusi sotto la direzione di Jean Ravy, architetto della cattedrale dal 1318 al 1344.
Dai giacobini a Napoleone
Prima dell’incendio di ieri, una prima devastazione ebbe luogo negli anni turbolenti della Rivoluzione francese. Una devastazione che, durata all’incirca dal 1789 al 1799, provocò danni incalcolabili alla struttura: tutti gli oggetti in metalli preziosi vennero inviati alla zecca per essere fusi e, inoltre, furono distrutte le 28 statue della Galleria dei Re ubicate sotto la balaustra della facciata, giacché i giacobini le consideravano come il simbolo del dispotismo reale. Le statue sarebbero state ripristinate solo in seguito, nel XIX secolo. I segni delle spoliazioni rivoluzionarie, ad ogni modo, erano ancora ben visibili in età napoleonica. Basti pensare che, per l’incoronazione del Bonaparte a imperatore dei francesi, che ebbe luogo a Notre-Dame il 2 dicembre 1804, venne installato un protiro posticcio e raffazzonato in stile neogotico per nascondere lo stato di forte degrado della facciata. E, anche in seguito, furono appese alle pareti della cattedrale le bandiere della battaglia di Austerlitz (1805) per coprire le tracce della devastazione giacobina.
Notre-Dame dall’Ottocento a oggi
Nella seconda metà XIX secolo, trascorsa l’ubriacatura giacobina, fu dunque inaugurata un’ampia opera di restauro, anche grazie all’interessamento di influenti personalità della cultura francese, come Victor Hugo, autore del celebre romanzo Notre-Dame de Paris (1831). Tali restauri si sono protratti a intervalli irregolari fino ai nostri giorni. Ma la Cattedrale di Notre-Dame, tempio dei fedeli parigini e francesi, non è solo un sontuoso simbolo del cattolicesimo. Innanzitutto, infatti, è uno degli emblemi della Francia come nazione, tanto che la proprietà del luogo di culto cristiano, dal 1905, non appartiene più alla Chiesa cattolica, bensì allo Stato francese. E, al contempo, è altresì un gioiello dell’architettura mondiale, il che ha spinto l’Unesco a inserire la cattedrale nella lista dei patrimoni dell’umanità. Un patrimonio che, ora, attende solo di essere ricostruito.
Elena Sempione