Roma, 4 lug – Manuel Foffo è stato condannato in via definitiva a 30 anni per l’omicidio di Luca Varani, che venne sequestrato, torturato e ucciso nel corso di un festino a Roma nel marzo del 2016. Complice di Foffo e “mente” dell’assassinio anche Marco Prato, che si è suicidato in carcere il giorno prima dell’inizio del processo. L’agghiacciante delitto si è sviluppato negli ambienti gay della Capitale: i due uomini avevano attirato il giovane Varani con una scusa nell’appartamento di Foffo per un festino a base di droga e sesso. Prima lo avevano imbottito di Ghb, la droga dello stupro.
Torture abominevoli
Marco Prato, “il killer per caso” a cui venivano i brividi a pronunciare il nome CasaPound, rivelò che Varani non voleva morire, e che mentre il suo compagno di omicidio infieriva torturando e seviziando Varani, lui baciava la vittima sulla testa. Varani fu ucciso con 30 tra martellate, coltellate, tentativi di strangolamento, la semi-decapitazione con un coltello a seghetto: un susseguirsi di torture abominevoli pianificate ed eseguite freddamente culminate con la morte del giovane, la cui unica colpa era stata quella di essere eterosessuale e di essersi opposto ai tentativi dei due di coinvolgerlo in un’orgia gay.
La sentenza
La prima sezione penale della Cassazione ha confermato la decisione della corte d’Assise d’Appello di Roma: rigettato quindi il ricorso della difesa che invocava il “vizio di mente”. Foffo doveva rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Secondo la sentenza d’appello Foffo e Prato avvicinarono Varani, tra la cerchia dei loro conoscenti, con l’intento di “fare del male”, lo stordirono con alcol e farmaci nell’appartamento di Foffo e lo seviziarono a lungo con martello e coltelli. “Si è toccato l’abisso umano“, aveva sostenuto il pg della Cassazione Simone Perelli. “Davanti a condotte criminali come questa oggetto del processo è difficile credere che possano essere commesse da un umano. Il polimorfismo da cui è affetto Foffo, né l’intossicazione cronica da alcol, giustificano quanto accaduto”, aveva spiegato. “Varani era stato reso inerme ma non era incosciente, era capace di percepire le sofferenze che gli sono state imposte, in un’agonia di oltre due ore. Una morte lenta e atroce“.
Cristina Gauri
3 comments
Quanti omicidi ogni anno per mano di questi frocioni omosex.Leggetevi la cronaca.. qualcosa non funziona piu’ nel nostro cervello ,non e’ amore ma malattia psichiatrica.
E qualcuno si ostina ancora a dichiarare che non trattasi di gravissima malattia psichiatrica . Dicono che sia amore ah ah amore tra due uomini malati.
TRE FROCIONI .