Roma, 17 lug – Una scritta più eloquente di mille discorsi: “Parlateci Di Bibbiano”, con la “P” e la “D” bene in evidenza – a voler richiamare un’altra sigla, quella del Partito Democratico, di cui alcuni esponenti impiegati nelle amministrazioni cittadine (tra tutti il sindaco di Bibbiano Carletti) risultano indagati nell’inchiesta Angeli e Demoni sull’atroce giro di affidi illeciti di minori. E’ comparsa sui muri delle città di tutta Italia, ma soprattutto ha fatto bella mostra di sé sul “murales della legalità“, della “Ostia che resiste”, in fase di completamento sulla facciata della stazione di Lido Nord della ferrovia Roma-Ostia. Un murales che sulla carta doveva rappresentare 21 “persone che si sono impegnate per la cultura e la legalità a Ostia” ma che invece è finito per essere il Pantheon del Pd e della sinistra lidense tutta. C’è addirittura il volto della giornalista Federica Angeli, – quella che definiva l’amministrazione Tassone (condannato a 5 anni per il suo coinvolgimento in Mafia Capitale) del X Municipio “la migliore mai vista” – e il cane (sic) di un militante di un collettivo antagonista lidense.

50mila euro di fondi pubblici

E dove li ha presi i fondi, lo street artist Lucamaleonte, per il ciclopico progetto? Ma dal Miur ovviamente, cioè soldi nostri. 50mila euro, per la precisione, sprecati per un delirio masturbatorio della sinistra ostiense, uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini di un municipio che sprofonda nelle voragini che si aprono nell’asfalto, che annega nella spazzatura, nell’incuria di aree pubbliche fatiscenti, con un sistema di trasporti pubblici al collasso, che rimane ostaggio di rom e microcriminalità. Il tutto con il “patrocinio morale” dell’amministrazione del X a guida M5S, che prima fa aprire il cantiere, poi, alle proteste dei cittadini, risponde di non saperne niente a proposito del soggetto del murales e annuncia la richiesta di rimozione del dipinto perché “non corrisponde al progetto concordato“; ma guarda caso, nonostante i roboanti proclami di stop, gli esecutori non si sono fermati incuranti della totale non conformità rispetto al progetto originario e hanno proseguito nell’esecuzione.

Qualcuno ha reagito

Qualcuno, però, non è stato zitto. E stanotte sono comparsi due striscioni inequivocabili: “Parlateci Di Bibbiano”, l’inchiesta emiliana di abusi, abomini e corruzione, che vede come vittime i bambini e le loro famiglie naturali, sacrificati sull’altare del denaro e di una ideologia aberrante che mira alla disgregazione totale della famiglia nel nome del gender, del femminismo, della famiglia arcobaleno, dei diritti/capricci. Ignorata (volutamente?) dalla stampa mainstream e da quei soloni dell’establishment culturale a cui importa dei bambini solo quando sono stranieri e possono usarli per propagandare l’invasione, che non hanno speso una parola per denunciare l’orrore subìto dalle vittime – e quando hanno aperto bocca, è stato per minimizzare vilmente – oppure nel caso del Pd, per difendere gli indagati.

Il commento di Marsella

Qualcuno, invece, non ci è stato, e lo ha urlato ai volti di questo pantheon non richiesto, non sentito e non riconosciuto dalla cittadinanza lidense. Ricevendo, ad esempio, il plauso di Luca Marsella, consigliere del X Municipio di CasaPound Italia, che stamattina ha così commentato: “Avrete sentito in questi giorni parlare di un’inchiesta aberrante. In realtà sui giornali e nei tg se n’è parlato veramente poco ed anche se sembra impossibile questa notizia è stata oscurata, nascosta. Io credo invece che quando si tratta di bambini sia dovere di tutti raccontare, indagare, agire e soprattutto fare giustizia”, scrive in un post su Facebook. “C’è di mezzo la politica, c’è di mezzo un partito che in questa storia vergognosa ha fatto la parte dell’orco. Un partito che è facilmente identificabile in questo striscione che ho visto stamattina su questo murales costato 50mila euro di fondi pubblici. E forse invece che partigiani, vecchi comunisti e giornalisti paladini del niente, sarebbe stato meglio su quel muro incidere i volti di quelle vite distrutte per sempre. Per non dimenticare questo orrore. Lo so, voi siete abituati ad infangare, a mentire, a nascondere, ma se un giorno ritroverete un briciolo di dignità, parlateci di Bibbiano. Nel frattempo lo faremo noi, che non siamo e non saremo mai come voi”.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

6 Commenti

  1. Mi viene in mente un vecchio film nato sull’ onda dello: “squalo”. Il titolo: ” Tentacoli”. Un biologo marino a cui viene domandato se è vero che gli artigli presenti nelle ventose dei tentacoli della piovra gigante equivalgano agli artigli di una tigre, riceve, come risposta: “gli artigli di una tigre sono niente! Niente…” . Ecco, per me la mafia, in rapporto al partito pidiessista, è niente! Niente….. Arrivo a pensare che sarebbe negli averci al Governo un Provenzano, piuttosto che uno zingarotto od un bersacci. Per tacer della boldrina e di quelli che ne fanno un’ eroina. E che, magari, la vorrebbero: “regina”!!!

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